Ci guarda dal fogliame, muta, solenne e maestosa, residuo di un tempo ormai passato questa villa, cuore delle terme di Salice, uno dei più bei complessi dell’Oltrepò Pavese.
Negli ultimi anni, a causa di una serie di scelte sbagliate, le grandi terme si sono svuotate, non ci sono più i visitatori che, in ogni stagione, cercavano qui come curarsi dalle malattie della pelle o solo per trovare un po’ di ristoro in un weekend tra i bagni e la sauna.
Solo il bar e il parco, ricco di verde, oltre alla grande piscina, ricordano cos’erano questi luoghi, un posto di quiete, lontano dalle grandi città.
Le terme di Salice usano le acque provenienti dalla Fonte Sales, le cui proprietà curative erano note ai tempi dei romani, che si fermavano lì per curarsi e riposarsi dopo le campagne in Gallia o nel Nord Europa e anche Giulio Cesare, cui fu dedicata una fonte, pare frequentasse Salice per curare una brutta psoriasi.
Ma la storia delle terme cominciò verso la fine dell’Ottocento, quando le compagnie private fiutarono l’affare economico e arrivarono a pensare di vendere l’acqua all’estero, idea naufragata per l’opposizione dei salicesi.
A partire dal secondo dopoguerra, Salice esplose, per la decisione dei privati di vendere la struttura allo Stato, che dagli anni Cinquanta cominciò a mandarci migliaia di ammalati di dermatite o con problemi respiratori.
Dietro a Salice non c’era solo la posizione privilegiata, ma anche un gran numero di manifestazioni estive di ogni natura che attiravano gente, con negozi e locali alla moda, piscine e campi da tennis, vip e gente comune.
La cittadina aveva un cinema all’aperto, nove ristoranti, 16 alberghi con oltre mille posti letto, nove campi da tennis e sei campi da bocce.
Ma una prima avvisaglia che qualcosa nelle terme di Salice non stava girando per il verso giusto la si ebbe a metà anni Novanta con la decisione del governo Dini di privatizzare tredici terme, fra cui quello di Salice, che da un decennio facevano registrare bilanci in rosso.
Nel 2003 infatti le Terme di Salice conclusero un contratto con la Juventus per ospitarne il ritiro estivo, ma dopo 12 mesi l’affare saltò per un buco nei conti da oltre quattro milioni.
Da allora i malati inviati dallo stato diminuirono a vista d’occhio, mentre, tra polemiche e annunci di nuove iniezioni di liquidità, l’agonia delle Terme di Salice si è trascinata fino al 2018, quando, dopo il tentativo di rilancio di una cordata romana, il centro venne dichiarato fallito a tutti gli effetti.
Adesso che sembra ci sarà una nuova via per le terme nel Nord Italia, quale futuro si prospetta per questo grande complesso, che sembra un gigante addormentato in un lungo e profondo sonno?