Londra aveva salvato le Olimpiadi nel 1908, ma Stoccolma le portò a diventare la più grande manifestazione sportiva mondiale di sempre.
Gli svedesi si erano recati a Londra per studiare le precedenti Olimpiadi e nei quattro anni a loro disposizione non lasciarono da parte alcun dettaglio.
I Giochi che si aprirono il 5 maggio 1912 a Stoccolma alla presenza di Re Gustavo V e della famiglia reale furono così un successo senza ombre, anche perché non furono legati ad alcuna esposizione o manifestazione.
Da un lato furono tolti dal programma sport come il pugilato e la lotta, proibiti dalle leggi svedesi, ma dall’altro fu favorita la partecipazione femminile alle gare, il numero degli iscritti salì a oltre 2.400, divisi in 26 discipline.
Tra essi, emerse nel decathlon e nel pentathlon, un atleta nativo americano, il pellerossa Jim Thorpe, che Re Gustavo di Svezia definì come il miglior atleta del mondo.
Thorpe trasformò con i propri successi la manifestazione olimpica in una vera competizione sportiva, oltre i limiti del colore della pelle.
L’atleta indiano fu però al centro una brutta vicenda poiché, pochi mesi dopo Stoccolma, le medaglie d’oro vinte gli furono ritirate perché si seppe che prima dei Giochi aveva partecipato al campionato di baseball nazionale statunitense come membro della squadra del North Carolina.
I 100 dollari al mese percepiti avevano fatto di Thorpe uno sportivo professionista, idea allora indegna per la mentalità del Comitato Olimpico Internazionale.
La squalifica condusse Thorpe in uno stato di depressione, cominciò a bere, precipitando nell’alcolismo e finendo per morire nel 1953 a soli cinquantasei anni per un infarto nella roulotte dove viveva, nei quartieri di Los Angeles.
Le sue medaglie vennero restituite agli eredi soltanto trent’ anni più tardi, alla vigilia delle seconde olimpiadi di Los Angeles, quando il professionismo olimpico era stato ammesso da tempo.
Altri nomi celebri di quelle Olimpiadi furono il capitano dell’esercito statunitense, George S. Patton, poi noto come il generale d’acciaio, che arrivò quinto dietro Thorpe.
Per gli italiani furono le olimpiadi della prima medaglia d’oro di Nedo Nadi, il leggendario fiorettista che avviò la celeberrima scuola italiana, mentre nel nuoto l’hawaiano Duke Kahanamoku vinse i 100 s.l. brevettando lo stile crawl e dando il via al nuoto moderno.
Un’altra innovazione importante fu l’introduzione del primo fotofinish per misurare l’ordine d’arrivo nelle gare di atletica o di nuoto e tra le nazioni che partecipavano per la prima volta, ci fu la Russia.
Alla cerimonia di chiusura, De Coubertin disse che le Olimpiadi si sarebbero tenute a Berlino nel 1916, secondo le disposizioni del C.I.O.
Ma il 25 giugno 1914 a Sarajevo l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono imperiale di Austria-Ungheria, precipitò l’Europa nella Prima Guerra Mondiale e pose temporaneamente fine ai Giochi Olimpici.