Classe 1931, nato a Roma con la sua fine penna è il re della satira politica e culturale italiana. Liberale nel solco di Giovannino Guareschi, considerato da lui come un padre putativo e ispiratore delle sue opere. Noto per disegnare principalmente in bianco e nero (con l’eccezione della pagina settimanale di “Panorama”), le opere di Forattini rappresentano un modo, pur nella sua brevità e all’insegna dello sberleffo, di ripercorrere la storia della politica italiana.
In cima alle classifiche di vendita da decenni, le sue vignette sono considerate, in particolare dagli stessi direttori dei quotidiani, più eloquenti di tanti articoli di fondo. Forattini ha avuto un percorso professionale particolare e ondivago, prima di dedicarsi alla satira politica e di costume. Iniziò a disegnare da bambino, poi da adolescente fino ai quarant’anni, non ha più preso in mano la matita.
Frequenta architettura, trova posto come operaio in una raffineria nel Nord Italia, quindi come rappresentante di prodotti petroliferi a Napoli. Nel 1959 torna a Roma da dove cura la rappresentanza di una casa discografica di cui diverrà direttore commerciale ma a Milano. Nel 1970 lavora come art director in un’ agenzia di pubblicità a Roma. Alla fine del 1970 entra come impaginatore nel quotidiano romano “Paese Sera”, dopo aver vinto un concorso per disegnatori di fumetti indetto dallo stesso giornale. Le prime vignette di satira politica appaiono nel 1973 sul settimanale “Panorama” con cui collabora per dieci anni, e poi su “Paese Sera”.
Su “Paese Sera, disegna anche vignette illustrative di fatti di cronaca sport. Nel 1974 Feltrinelli pubblica il suo primo libro “Referendum Reverendum”. Alla fine del 75 lascia “Paese Sera” per entrare nel quotidiano appena fondato “La Repubblica” dove, dopo aver collaborato al progetto grafico, entra stabilmente come disegnatore satirico nella pagina dei commenti. Costruisce e dirige per lo stesso giornale l’inserto “Satyricon”, nel quale fa crescere gente come Vauro, Giannelli, Ellekappa e Vincino.
Nel 1982 passa a “La Stampa” di Torino per rinnovare l’impianto grafico ed entra stabilmente come disegnatore satirico in prima pagina. Nel 1984 torna a “La Repubblica”, con la sua vignetta quotidiana in prima pagina, vera e propria attrattiva del giornale. Contemporaneamente prende a collaborare con “L’Espresso” fino al 1991, anno in cui torna a “Panorama”. Nel 1999 Forattini lascia “La Repubblica” per approdare ancora a “La Stampa”, in seguito a una querela, ritirata poi anni dopo, per una vignetta dell’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema. Vignetta, pubblicata l’11 ottobre, che si riferiva alle polemiche sulla lista di nomi di politici e giornalisti italiani che comparivano nel dossier dell’ex agente del Kgb. Si vedeva un D’Alema seduto su una scrivania, intento a smanettare con l’elenco. “Allora, arriva ‘sta lista?”, chiedeva una voce fuori campo. “Un momento! Non s’è ancora asciugato il bianchetto!!!”, replicava l’allora presidente del Consiglio, evidentemente all’opera per cancellare nomi “sgraditi” dal documento. La trovata di Forattini non era piaciuta per niente a D’Alema. Che aveva querelato il vignettista per diffamazione. Chiedendo un risarcimento danni di ben tre miliardi. La polemica era stata dura: con l’ex premier che per mesi ha sostenuto di essere stato offeso, e il disegnatore che l’ha più volte accusato di voler censurare la satira.
Riapproda così a Torino, su espresso invito dell’editore Gianni Agnelli, cui collabora per cinque anni. al 2006 al 2008 pubblica sul quotidiano Il Giornale. Dal 1 agosto 2008 a fine 2009 collabora col gruppo QN – Quotidiani Nazionali. Ha collaborato anche con il primo sito di news online www.affaritaliani.it.
Dalla sua produzione di oltre diecimila vignette, sono stati pubblicati, dal 1974 a oggi, 55 libri, tutti editi da Mondadori, che hanno venduto più di tre milioni di copie. Spesso erano attesa strenna natalizia.
Nella sua lunga carriera ha ricevuto molti premi, tra i quali: Il Premiolino, il premio di Umorismo di Bordighera, quello di Tolentino e il premio di satira di Forte dei Marmi, nel quale ha anche fatto parte della giuria per diversi anni. Il premio Hemingway, il premio Pannunzio a Torino, il Premio Speciale Ischia Internazionale di Giornalismo, il Premio Acqui Storia. Numerosi i riconoscimenti, tra cui la cittadinanza onoraria del Libero Comune di Zara in Esilio, la civica benemerenza a Trieste e la cittadinanza onoraria ad Asti. Nel 1997 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano. Nel 2011 riceve il Premio Nazionale Culturale di Torre di Castruccio presso l’accademia di Belle Arti di Carrara.
Passate anche alla storia le vignette in cui Forattini caratterizza Craxi vestito come Mussolini, Fassino scheletrico, Amato come Topolino, Berlusconi come Paperone, Veltroni come un bruco, Prodi come una mortadella, Bossi urlante in canottiera.
Il suo spirito liberale e la sua matita spesso pungente, non l’hanno messo al riparo da molte querele e come ha ritenuto a rimarcare più volte, tutte avanzate da personaggi della sinistra italiana, servendosi del Codice Rocco. Generalmente, poi assolto dalle numerose accuse di diffamazione.