Grazie alla collaborazione degli Archivi André Derain e ad alcuni prestigiosi musei francesi, il Museo d’arte di Mendrisio, in provincia di Como, fino al 26 luglio organizza una retrospettiva sull’opera di questo grande pittore francese, tra 70 dipinti, 30 opere su carta, 20 sculture, 25 progetti per costumi e scene teatrali, illustrazioni di libri e alcune ceramiche.
André Derain è una delle grandi figure della rivoluzione artistica del XX secolo, amico di Picasso, Matisse, Braque, Giacometti e ispiratore di molte delle correnti della pittura moderna e contemporanea.
Nei primissimi anni del Novecento, Derain e Matisse trascorsero anni a dipingere insieme i paesaggi di mare a Collioure, nel Sud della Francia, ideando tra il 1905 e il 1910 il movimento Fauve, per i vivacissimi colori che caratterizzavano le loro opere.
Anche Picasso nutrì grande ammirazione per Derain, soprattutto all’inizio del secolo scorso e, a partire dal 1910, i due collaborarono tra di loro fino agli anni Trenta.
Fu Derain a introdurre Picasso all’arte africana e ai primi passi verso il Cubismo, che ebbe origine dalle idee di Georges Braque, oltre che da quelle di Derain e Picasso.
Nel periodo in cui i tre pittori dipinsero nel quartiere parigino della Ruche, Braque apprezzò il Primitivismo di Derain e quest’ultimo guardò al classicismo di Braque, che anni dopo fu l’unico ad aiutare Derain dopo la seconda Guerra Mondiale.
Chi amò l’opera di Derain fu Alberto Giacometti, affascinato dalla sua capacità di cambiare stile rifacendosi alla tradizione dell’arte antica.
Infatti Derain rimase legato alla pittura figurativa e trovò ispirazione dall’arte greca e romana, su fino ai grandi maestri dell’Ottocento.
Negli anni Venti e Trenta Derain ebbe un grande successo internazionale, ma venne criticato dall’ambiente dell’avanguardia per essersi rifugiato nella tradizione, inaridendo il suo talento.
Nell’ultima fase della sua vita Derain si isolò sempre di più, e non bastò una mostra postuma al Musée National d’Art Moderne di Parigi nel 1954 per riportare l’attenzione della critica sulla sua opera, di cui è apprezzato solo il periodo avanguardista.
Poi la sua complessa e apparentemente contraddittoria avventura artistica fu riletta dalla critica postmoderna all’interno di una visione dell’arte scandita dalle tendenze modernista, come nella grande retrospettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1994-95) intitolata Le peintre du trouble moderne.
Da allora l’interesse per quest’affascinante figura maggiore dell’arte del Novecento è andato progressivamente crescendo.
La mostra organizzata dal Museo d’arte di Mendrisio racconta i principali aspetti della ricerca di Derain, e in particolare le peculiari qualità della sua complessa produzione fra le due guerre e fino alla sua morte.
Per ciò che concerne la pittura è analizzata in particolare l’evoluzione stilistica e tematica, tra i numerosi riferimenti impliciti dei più diversi territori dell’arte di tutte le epoche, con il paesaggio, la natura morta, il ritratto, il nudo femminile le composizioni più articolate.
Altrettanto significativa è la produzione scultorea, documentata con un gruppo interessante di lavori.
Appassionato di teatro, l’artista collaborò anche a importanti messe in scene di spettacoli e balletti e una sezione mette in luce questo aspetto meno noto ma molto rilevante della sua attività attraverso una selezione di disegni, bozzetti e documenti fotografici.