È di pochi giorni fa l’allarme lanciato dal Presidente della Lega nazionale dilettanti (LND), Cosimo Sibilia, che ha paventato il rischio di una riduzione del 30% del numero di società calcistiche dilettantistiche italiane a causa dell’emergenza COVID-19.

Uno scenario ancora difficile da descrivere ma che avrebbe come conseguenza il passaggio dalle 12 mila realtà attuali a meno di 9 mila.

Per capire la portata di ciò a cui facciamo riferimento, il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha già annunciato un piano da 400 milioni di euro per salvaguardare e rilanciare il movimento dilettantistico che in Italia coinvolge oltre un milione di praticanti.

Ma quali sono i fattori che potrebbero far vacillare il sistema dilettantistico nei prossimi mesi?

L’analisi è complicata dal fatto che stiamo parlando di una struttura eterogenea e difficile da definire in quanto riguarda situazioni territoriali molto diverse tra loro e concerne ben sei categorie differenti più i relativi settori giovanili (oltre al calcio femminile e al futsal).

Ricavi dalle partite

I mancati incassi da stadio possono risultare un danno rilevante per le società di Serie D, dove dovrebbero venire a mancare 4/5 partite in casa più gli eventuali spareggi play-out, play-off (ottima fonte di ricavo) per un mancato introito che mediamente potrebbe aggirarsi tra i 12/15 mila euro e potrebbe superare i 20 mila euro per le squadre più seguite (ad eccezione di casi singolari come il Palermo che ha un bacino d’utenza enorme rispetto alla categoria, ed una media spettatori di più di 15 mila persone, con cui può ricavare anche oltre 500 mila euro nelle sole tre partite casalinghe ancora da giocare).

Nella massima serie dei dilettanti questa manciata di migliaia di euro che si va a perdere può costituire un problema insormontabile per quelle società che hanno una tifoseria numerosa su cui fare affidamento, in particolare per quelle che avevano preventivato determinati introiti tramite la biglietteria, senza considerare gli eventuali rimborsi di parte degli abbonamenti sottoscritti ad inizio stagione.

Diversa è la valutazione da fare per le categorie inferiori dove (fatta eccezione per alcune squadre di Eccellenza e Promozione in cui i ricavi da botteghino delle partite ancora da disputare avrebbero potuto superare i 6.000 euro) i ricavi da stadio in genere vengono utilizzati percoprire dei costi di gestione corrente strettamente connessi all’attività  continuativa sportiva.

Senza contare che nei mesi di aprile, maggio e giugno ogni associazione sportiva organizzava Tornei e Manifestazioni in occasione delle festività di pasqua, 25 aprile, primo maggio e 2 giugno ricavando numerosi introiti da iscrizioni squadre, ingressi allo stadio e bar.

In altre parole, se è vero che vengono a mancare una parte delle entrate, è vero anche che vengono a mancare i presupposti e le incombenze per cui quei determinati introiti sarebbero stati di vitale importanza per la copertura di costi variabili quali utenze, trasporti, servizio lavanderia, costi legati all’evento partita come il personale sanitario e così via.

Serie D – Rimborsi per calciatori, allenatori e dirigenti

Tra la Serie D (e i campionati nazionali femminili) e le categorie minori va fatta un’ulteriore distinzione.

Come previsto dall’articolo 29 punto 3 e dall’articolo 94 ter delle NOIF, in Serie D (i campionati nazionali della LND), al momento della firma i calciatori devono necessariamente sottoscrivere con la società sportiva anche un accordo di tipo economico, per far sì che il tesseramento risulti valido, fino ad un massimo lordo annuo di euro 30.658,00, da corrispondersi in 10 rate di pari entità.

Per i rimborsi fino a euro 10.000 non si applica alcuna imposizione fiscale.

Lo stesso discorso vale anche per coloro che sono tesserati come Collaboratori della Gestione sportiva e che abbiano ricevuto l’apposita abilitazione FIGC, ma in questo caso l’accordo economico è facoltativo e non imprescindibile.

Per questi motivi, le società sportive dilettantistiche di Serie D sono quelle più esposte ai rischi di una situazione instabile ed incerta all’orizzonte, ma non è da escludere che si possano trovare degli accordi con AIC anche per ciò che riguarda i compensi dei calciatori di D al fine di allievare una situazione formalmente molto intricata.

Categorie inferiori – Rimborsi per calciatori, allenatori e dirigenti

Per ciò che riguarda le categorie inferiori del sistema, il discorso relativo ai rimborsi è diverso ed è strettamente legato alle situazioni contingenti poiché non ci sono accordi economici sottoscritti da rispettare, nonostante i presidenti sappiano benissimo che è fondamentale mantenere sempre una buona reputazione per poter costruire le squadre del futuro.

Sponsorizzazioni a rischio

Tutte le società sportive di calcio – dalla serie D alla Terza Categoria – rappresentano città italiane di piccole e medie dimensioni e quindi hanno come principale fonte di ricavo una serie di sponsorizzazioni da parte delle imprese locali che le società recuperano durante il corso della stagione con l’obiettivo di bilanciare i costi.

Poiché generalmente si tratta di accordi verbali di tipo fiduciario, è chiaro che in seguito a questa sopravvenuta situazione di emergenza gli importi delle sponsorizzazioni che non sono ancora stati versati nelle casse della società saranno probabilmente irrecuperabili e le società si troveranno di fronte a una situazione difficilmente sostenibile.

Gli accordi di sponsorship sono incentrati sui buoni rapporti con le persone del territorio e si affidano al tessuto delle piccole-medie imprese della zona di riferimento facendo leva sul senso di appartenenza e sul radicamento storico-territoriale della squadra.

Il mancato introito derivante dalle sponsorizzazioni, potrebbe essere il fattore determinante per vedere cancellate intere associazioni sportive con un danno enorme per l’intero tessuto cittadino.

L’impatto sulle scuole calcio

Un’altra questione importante è relativa ai proventi dell’attività di base e delle scuole calcio da cui tantissime società ottengono buona parte dei loro introiti totali grazie alle iscrizioni dei bambini.

Anche in questo caso non tutte le società hanno già riscosso il totale delle quote di iscrizione, mentre coloro che lo hanno fatto dovrebbero optare per una scelta etica di buon senso: la restituzione alle famiglie di 1/3 della quota in modo tale da mantenere un buon rapporto con la comunità in vista delle successive stagioni.

Considerando una media della quota d’iscrizione annuale di euro 300, il seguente grafico ci aiuta a capire come variano le perdite relative alla stagione in corso al variare della numerosità degli iscritti alla scuola calcio.

Meno investimenti a causa della recessione

In generale oltre a questi fattori di rischio riconducibili all’impossibilità di giocare a calcio in questi mesi, si prospetta una recessione economica importante che ovviamente potrebbe costringere un numero elevato di imprenditori a mettere da parte i loro investimenti nel mondo sportivo al fine di tutelare la continuità aziendale della loro attività principale durante l’eventuale periodo di forte crisi economica.

Come ogni periodo in cui si prevede una recessione economica l’innalzamento dell’avversione al rischio toglierà risorse in primis alle iniziative sociali e alle associazioni senza scopo di lucro.

Per questi motivi, il calcio dilettantistico va incontro a una brusca frenata degli investimenti sia privati che pubblici (i comuni, che ogni anno potevano collaborare e garantire una somma di denaro come contributo alle società sportive locali, saranno di fronte a una situazione complessa in cui la gestione della spesa pubblica dovrà essere estremamente oculata).

Lo scenario che ci attendiamo mette a repentaglio tantissime realtà come annunciato da Sibilia, considerando anche che alcune associazioni sportive dilettantistiche stavano già fronteggiando una situazione finanziaria debitoria o comunque complicata provando a ripianare i conti nel corso degli anni.

I passaggi di proprietà e gli avvicendamenti nel ruolo di presidenza saranno altresì molto improbabili in estate, mentre è ipotizzabile che molte società dilettantistiche getteranno la spugna e non si iscriveranno ai campionati 2020/21, così come altre sfrutteranno la vicinanza geografica per costituire delle fusioni condividendo risorse umane e finanziarie anche dovendo rinunciare a malincuore al sano campanilismo.

La riduzione del numero di società implicherà anche tagli ai numeri dei settori giovanili e a risentirne potrebbero essere, purtroppo, anche gli eventuali talenti del domani.

Gli aiuti economici

Di fronte a una situazione così delicata sembra ormai certo anche l’intervento delle Regioni che prenderanno i loro provvedimenti interni per finanziare il rilancio delle associazioni sportive, soprattutto nelle aree più colpite dall’emergenza dove le società hanno già previsto per l’anno prossimo 1/3 degli sponsor rispetto a quest’anno.

Aiuti economici, per quanto possibile, sarebbero auspicabili anche a favore delle famiglie in

difficoltà per consentire l’iscrizione dei figli alle attività sportive.

La passione delle persone non sarà più sufficiente nel medio termine, La FIGC, la LND e il Ministero dello Sport da qui a pochi mesi sono di fronte ad una sfida ardua, da vincere necessariamente.

SOLUZIONI PER RIPARTIRE

Tutte le società dilettantistiche si troveranno in forte difficoltà a causa della riduzione del numero di sponsor (prevalentemente attività commerciali come ristoranti, bar, hotel e altre piccole aziende che si trovano sul territorio e che a causa della crisi economica dovranno limitare fortemente gli investimenti in pubblicità).

Come fare a non perdere gli introiti degli sponsor?

Ogni singola società dilettantistica se non vorrà perdere gli introiti dalle piccole-medie attività commerciali del territorio dovrà far percepire all’esercente un significativo aumento di valore, altrimenti lo stesso rinuncerà alla sponsorizzazione della società per utilizzare i propri fondi in altre tipologie di pubblicità.

Come possiamo generare valore ai nostri sponsor?

Creando una vera sinergie tra società sportiva e attività commerciali territoriali!

Cerchiamo di spiegarci meglio, ogni associazione sportiva ha mediamente 250-300 tesserati, a questi vanno aggiunti i famigliari stretti, che di fatto portano il numero di persone direttamente coinvolte nella società sportiva a oltre 1.000 utenti.

Per un’attività commerciale entrare a contatto con oltre 1.000 persone, spesso anche per più volte durante l’anno, rappresenta un possibile ottimo investimento in pubblicità; ma al giorno d’oggi, quando un esercente investe, può utilizzare moltissimi strumenti digitali che gli consentono di calcolare le metriche del singolo investimento, come:

  • Prezzo investimento pubblicitario;
  • Visualizzazioni utenti;
  • Condivisioni;
  • Commenti;
  • Recensioni;
  • Numero accesso nell’attività commerciale;
  • Numero acquisti online e offline;
  • Altro…

Con la digitalizzazione degli investimenti pubblicitari, al giorno d’oggi, gli esercenti non si possono più accontentano del solo striscione a bordo campo, spazio sulle divise dei tesserati e altre tipologie di visibilità, in quanto privi di metriche per valutare se l’investimento ha fruttato oppure no.

Dall’arrivo sul mercato di internet e dei social network, le attività che hanno continuato ad investire nelle società sportive lo hanno fatto solo per amicizie, senso civico e sgravi fiscali.

La crisi economica generata dal COVID-19 eliminerà tutti gli investimenti che non consentono di valutare l’efficacia della sponsorizzazione.

Come possiamo creare delle metriche per i nostri sponsor?

VISITpass è la soluzione ideale per tutte le società sportive dilettantistiche!

VISITpass è una piattaforma web e O.T.A. – Online Travel Agency – che consente alle attività commerciali di promuoversi a tutto il movimento sportivo nazionale e non solo.

Ogni struttura di pernottamento, ristorazione, tempo libero, trasporti e molto altro potrà creare la propria scheda con descrizione servizi, fotogallery e form digitale per vendere i propri servizi e prodotti.

All’interno della piattaforma, ogni esercente potrà consultare tutte le metriche della sua attività

commerciale, come:

  • Visualizzazioni di pagina;
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  • Vendite / prenotazioni;
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Le metriche messe a disposizione da VISITpass, saranno la soluzione ideale per generare valore per gli sponsor delle società sportive dilettantistiche.

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