Nel 1966, durante la 64a riunione del Comitato olimpico internazionale, che si tenne a Roma, fu scelta Monaco di Baviera come sede dei Giochi del 1972.
I Giochi ritornavano in Germania dopo l’edizione del 1936, con lo scopo di lanciare l’immagine di uno stato nuovo e democratico.
Il simbolo della manifestazione era un sole blu stilizzato e la mascotte fu un cane bassotto, noto come Waldi.
I pittogrammi olimpici vennero firmati da Otl Aicher, artista antinazista di fama internazionale che curò tutta la comunicazione visiva dei Giochi.
Gli imponenti lavori infrastrutturali videro i progetti firmati dall’architetto Günther Behnisch, come l’innovativo stadio del nuoto, la struttura polifunzionale Olympiahalle e lo stadio olimpico caratterizzato da vetro acrilico e tiranti in acciaio e il villaggio olimpico situato nel parco progettato da Frei Paul Otto, architetto strutturalista, specializzato nelle forme biomorfe architetturali.
La città si presentava all’altezza e la cerimonia di apertura del 26 agosto si svolse sotto i migliori auspici, alla presenza di settemila atleti.
Ma nel pieno della manifestazione, quando tutto procedeva nel migliore dei modi, all’alba del 5 settembre un gruppo di terroristi palestinesi del gruppo Settembre nero, fece irruzione nel villaggio olimpico e si diresse negli alloggi della squadra nazionale israeliana.
Due atleti opposero resistenza e furono immediatamente uccisi, mentre altri nove furono presi in ostaggio.
Alla fine di una lunga serie di trattative che videro coinvolti Israele e la Germania, il mattino del 6 settembre vide un drammatico epilogo, con la morte degli ostaggi e dei terroristi, aggravato dalla falsa notizia, sulla stampa israeliana, dell’annuncio della liberazione di tutti e nove gli atleti.
Ma questo non impedì ai Giochi di vedere grandi imprese sportive, che permisero alla XX edizione di essere ricordata anche per il superamento di limiti e nuovi record.
Come nel caso di Mark Spitz, nuotatore californiano di ventidue anni che, quattro anni prima dei Giochi, dichiarò che avrebbe vinto a Monaco sette medaglie d’oro e fu il vincitore dei 200 farfalla, della staffetta 4×100 stile libero. Il giorno dopo, dei 200 stile libero, poi dei 100 farfalla e del 4×200 stile libero.
Il sesto oro arrivò con i 100 stile libero e infine il settimo con la staffetta 4×100 mista e con ogni gara segnò un record del mondo, segnando la storia del nuoto.
Ci fu anche Novella Calligaris, che conquistò le prime medaglie olimpiche nel nuoto italiano e il
30 agosto nella batteria dei 400 stile libero ebbe il miglior tempo (4′ 24” 12), poi arrivò in finale seconda, preceduta dall’australiana Shane Gould.
Nelle altre gare conquistò il bronzo, riportando sempre tempi da primati europei.
per il successo delle squadre, tra le 127 nazioni presenti, fece la parte del leone l’Urss, portando in patria ben 50 medaglie d’oro.
Al secondo posto vi furono gli Stati Uniti con 33 medaglie a cui seguirono la DDR con 20 e infine la RTF e il Giappone con 13 ori.