Sempre in collegamento dal pianeta Terra, bighellonando nel sordido dedalo della nostra saga darwiniana preferita, rieccomi, non interrogata, a fornirvi le mie risposte alle domande che non avevate intenzione di porvi.
Non siamo qui per fare banale tautologia ma per accendere i riflettori su una categoria funestata dalla fatalità, abbandonata dalle istituzioni, messa al confino dall’ineluttabilità di una sadica e perversa malasorte: I SINGLE.
Allacciatevi le cinture di castità, questo viaggio potrebbe non finire troppo presto…
A questo punto i lettori si divideranno inevitabilmente in 2 categorie ma a quelli che, con inconsapevole fortuito tempismo, hanno scampato il casto flagello della quarantena covidiana, non ci interessa dar voce. Non oggi, non qui.
Parliamo degli altri, i SINGOLI, i nubili impenitenti che hanno tirato lungo pensando che procrastinare suonasse come alimentare la propria fama di imperscrutabili talent scout, ligi a una spietata selezione nella ricerca dell’anima gemella, passando da un casting all’altro con la serenità di chi sa adattare la perfezione al cambiamento.
Non approfondirò ivi le tematiche relative ai danni provocati dalle commedie romantiche, dai classici Disney e dalle moderne saghe cavalleresche (vedi Conte alla voce congiunti).
Tratteremo qui del popolo dei grandi esclusi dal nuovo DPCM, vittime della subdola congiura del grande ordine dello S.T.I.C.A.Z. (Sadici Tecnocrati Implacabili Contro Anime Zitelle – antica loggia massonica di stampo Murphyniano), flagellati votati a imperitura astinenza, baluardi di una nuova frontiera di castità, inconsapevoli portatori di una sfiga che, scivolando come un sassolino giù dalla montagna ha trascinato con sé ogni cosa provocando la slavina che ora si è abbattuta su di loro ad azzerare ogni possibilità di amor carnale.
I calici levati a Capodanno, profusi di commosse esternazioni di speranza e fulgidi propositi, non sono sfuggiti al Grande Occhio: lo S.T.I.C.A.Z. e la sfiga d’altronde lavorano sempre, soprattutto col favore delle tenebre invernali.
E così l’ 8 marzo è arrivata implacabile la quarantena che ha messo in ginocchio tutti senza distinzioni ma la vera sconfitta è la categoria dei single che ora, in piena primavera, in coda al supermercato, all’ufficio postale, in smartworking, intonando un ultimo solitario canto da balcone, si trova a far fronte alle 5 fasi di elaborazione del lutto della propria sessualità.
FASE 1 – LA NEGAZIONE. L’astinenza è uno stato emotivo ambiguo, la possibilità che sia frutto di una scelta sta negli
occhi di chi guarda. Il/la single è in vacanza forzata, fa incetta di contraccettivi in quanto, con logica inoppugnabile, sa che in sede di distanziamento sociale le opportunità subiranno un’impennata e nel frattempo fa ripasso, affina nuove tecniche, tira a lucido casa.
Questo stadio si sviluppa con una forte determinazione nell’espletamento dell’esercizio fisico: prepararsi per la prova costume è la scelta più ponderata e consapevole.
FASE 2 – IL PATTEGGIAMENTO. Si rispolverano le vecchie app di dating (mai tramontate) e il sexting, con il bieco risultato di far schizzare alle stelle i livelli ormonali dei nostri sventurati amanti mancati…Ah il progresso!
Nascono nuovi amori virtuali, romanticismo iperglicemico su smartphones surriscaldati da pollici ultraveloci che generano messaggi in ieratico* nella foga perfettamente comprensibili e funzionali.
Si affina la logistica della fregola, dalla sera alla mattina tutti endocrinologi pronti a sconfiggere ogni avversità per raggiungere l’oggetto del desiderio in preda ad attacchi acuti di pareidolia che, per chi non lo sapesse, è la capacità, innata nel single, di vedere qualcosa di sexy anche nel disegno formato dalla muffa sul pane.
FASE 3 – LA RABBIA. Fallito ogni tentativo di patteggiamento, si entra nella fase in cui salmodiare mantra contro il Governo e l’infausto destino è l’unica via. Questa fase alimenta e nutre le schiere di tutta una pletora di congreghe di complottisti di vario tipo.
Frustrazione e auto-sabotaggio albergano nel cuore dei single: i messaggi in ieratico* sono stati tradotti, parafrasati ed eviscerati e hanno perso la loro magia. Le attese si sono fatte più lunghe tra una whatsappata e l’altra, l’urgenza frustrata ha il canino insanguinato e chiede vittime.
FASE 4 – LA DEPRESSIONE. E’ il momento degli esami di coscienza. In questo stadio si può udire chiaramente la voce del narratore onnisciente mentre suggerisce l’autoanalisi e infatti arriva l’epifania: la vita è un eterno calvario in cui ognuno deve portare da sé la propria croce di errori, difetti e sventure. Lavarsi le mani con compulsione non serve più, certamente moriremo soli, tanto vale girare senza mascherina leccando le maniglie degli ospedali.
Spentasi l’ultima scintilla di fiducia nel genere umano, i single riabbracciano la loro atavica misantropia, ingrassano il girovita e si risvegliano tutti animalisti e filosofi: la sessualità ha perso fascino, ora si trascende a più sublimi temi quali il suono prodotto dai rutti sott’acqua.
FASE 5 – L’ACCETTAZIONE. Al canto di WITH OR WITHOUT YOU degli U2, i single riscoprono la joie de vivre grazie alle diverse forme, dall’analogico al digitale, di manualistica del fai da te.
Fioccano gli abbonamenti scontatissimi ai siti per adulti, le ladies riprendono a fare esercizi di yoga kundalini, piantano pomodori e basilico e si litigano i cetrioli al supermercato (tratto da una storia vera), i gentlemen si danno alla griglia, alla birra e, di quando in quando, alle flessioni senza mani, ormai piagate dai calli.
Se è vero quel che ci insegna Jim Jarmusch, che solo gli amanti sopravvivono, il mondo verrà ripopolato dai congiunti fino al sesto grado di parentela tanto vale diventare azionisti della Durex e prepararsi al peggio.