Nota per essere l’isola più selvaggia delle Canarie, dove le spiagge amate dai surfisti incontrano i vulcani e i parchi naturali, la natura desertica e i cactus, Lanzarote stupisce per la sua bellezza e il suo incommensurabile fascino che ne fanno una delle mete preferite di chi ama circondarsi di un paesaggio unico e senza tempo.
Conosciuta come Isla del Fuego, Lanzarote ha una superficie di 795 chilometri quadrati ricoperti quasi per intero di lava solidificata, che sotto il sole prende vari colori, dal nero al rosa, dal viola all’ocra.
Nonostante la sua esistenza fosse conosciuta fin dell’epoca romana, Lanzarote rimase tagliata fuori del mondo civilizzato e quando nel 1312 il navigatore varazzino Lanzerotto Malocello la riscoprì, la trovò abitata da una popolazione che viveva ancora all’età della pietra, i Guanci.
Fu nel 1402 che il normanno Jean de Béthencourt sbarcò sull’isola dopo esserne divenuto padrone, vi si stabilì.
All’estremità meridionale del comune di Yaiza, nella zona di El Rubicón, fu costruito il primo insediamento europeo delle Canarie, che diede inizio alla conquista dell’arcipelago.
In questo luogo c’era la cattedrale di San Marziale di Limoges, distrutta dai pirati inglesi nel XVI secolo e poi ricostruita nella località di Femés.
Nel 1500 l’isola vide le continue scorrerie dei pirati maghrebini, che la saccheggiarono ripetutamente costringendo i suoi abitanti ad abbandonare le coste e rifugiarsi nell’entroterra.
Il 1º settembre 1730, dopo un lungo periodo segnato da terremoti più o meno forti e altri inequivocabili segnali, ebbe inizio una lunga serie d’intense eruzioni vulcaniche.
In sei anni un terzo dell’isola fu sconvolto nella sua geografia da lava, cenere, lapilli e crateri aperti improvvisamente su paesi.
Al termine della fase eruttiva la fisionomia di Lanzarote era completamente diversa da quella fino ad allora conosciuta.
Fu però César Manrique (1919-1992 l’uomo che trasformò l’isola in una meta turistica senza scendere a compromessi con obbrobri edilizi, con idee nate da quest’artista poliedrico, eccentrico, geniale.
Il modo migliore per capire cosa ha fatto Manrique per Lanzarote è visitare la Casa Museo César Manrique a Haría e dalla Fundación Manrique a Taro de Tahíche, con i tanti oggetti mobili amati da Manrique, che danzano con il vento.
A nord di Lanzarote c’è il Monte Corona, eruttato 5000 anni fa. lasciando uno dei sistemi di grotte laviche più grandi del mondo.
Due sono quelle da visitare, la Cueva de Los Verdes, dove si ammirano impressionanti formazioni rocciose, mentre la seconda è la Jameos dell’Agua, è uno dei tanti capolavori di Manrique, con un buco nel terreno diventato un’attrazione emozionante, per un punto d’incontro tra uomo e natura.