I cambiamenti avvenuti negli ultimi mesi nelle possibilità di incontro e vicinanza fisica hanno generato per molte persone l’ansia da prestazione derivante dalla disabitudine e dalle aspettative elevate nel graduale ritorno alla sessualità.
Soprattutto chi ha una più generale tendenza all’ansia prestazionale sa bene come la discontinuità nei rapporti possa incrementare questo tipo di preoccupazione.
Ricerche e analisi sulla sessualità nel periodo dell’emergenza Covid-19 registrano un tendenziale calo della frequenza di rapporti sessuali a partire dagli effetti della quarantena sulla coppia. Il distanziamento sociale ha d’altronde imposto una lunga fase di necessaria astinenza per single e rapporti a distanza.
Il post lockdown ha consentito il graduale ricongiungimento delle coppie non conviventi e la possibilità per i single in cerca di incontri di rimettersi all’opera. Per gli appassionati delle app di dating è giunto finalmente il momento per dar seguito ai flirt online coltivati nei mesi precedenti.
Tra le passioni in standby ci sono state le relazioni clandestine e extraconiugali, anch’esse protagoniste di un nuovo ritrovarsi.
Dopo la prolungata e forzata astensione ci si confronta con disabitudine e aspettative elevate che possono motivare una certa ansia da prestazione. Soprattutto chi ha una più generale tendenza all’ansia prestazione sa bene come la discontinuità nei rapporti possa incrementare questo tipo di preoccupazione.
Rimettersi in gioco in questo periodo di graduale ripresa può essere accompagnato dall’urgenza di voler recuperare il tempo perduto. Nel periodo di sospensione delle attività si sono attenuati vissuti di confronto e competizione che caratterizzavano la frenetica corsa della quotidianità pre-covid.
La ripartenza è tuttavia già divenuta un nuovo banco di prova dove sono frequenti i timori di restare indietro e non riuscire a mantenersi al passo con gli altri. Un vissuto che può estendersi alla sfera lavorativa, relazionale e sessuale, associandosi a una alla maggiore fatica nel ritorno alla normalità.
Una condizione appesantita dal senso di colpa e di inadeguatezza rispetto a chi si è rimesso in carreggiata più velocemente. Va in tal senso ribadito che ogni situazione è diversa e di fronte alle peculiari sfide di questo periodo ognuno ha i suoi tempi.
È fondamentale rispettare le proprie esigenze senza colpevolizzarsi e valutando eventualmente il ricorso a un supporto professionale nel caso di particolari difficoltà emotive.
La sessualità è una sfera particolarmente interessata dai cambiamenti che hanno riguardato la corporeità e il contatto interpersonale. Si tratta di una fase in cui ci troviamo letteralmente a “prendere le misure” nell’interazione con l’altro.
Vi è stata d’altronde una certa eterogeneità di pareri e indicazioni divulgate riguardo al comportamento sessuale che vanno dall’astensione all’utilizzo della mascherina, dalla necessità non superare i 15 minuti di sesso all’evitamento di baci e contatti orali, dalla doccia prima e dopo il rapporto alla vigilanza sull’eventuale sintomatologia del partner.
Il rischio è quello di un’intimità impacciata e disorientata, dove il desiderio di contatto è in attrito con le vigenti norme del distanziamento fisico.
In questo scenario la necessaria cautela per la salute va di pari passo con l’importanza di tutelare anche le proprie esigenze psicologiche ed emotive. È prioritario preservare un vissuto positivo e piacevole della nostra sessualità senza affrettarci e forzarci in situazioni poco serene.
Va tenuto conto del complesso momento sociosanitario che oggi viviamo, consapevoli che nel sesso non vi è nulla da dimostrare e che l’urgenza di “normalizzazione” va dosata con pazienza e buon senso.
Dott. Daniele Bonanno (Psicologo Sessuologo AISPS Roma)
Dott.ssa Rossella Berardi (Psicoterapeuta Sessuologa AISPS Roma)