Quasi sicuramente il più grande biblista, scaraventato nella grande Milano da Giovanni Paolo II fece di un’opportunità una missione.
Sono passati otto anni dalla scomparsa, nell’ultimo giorno d’agosto, dell’arcivescovo che cambiò per sempre la Milano degli anni Ottanta…
Nato a Torino il 15 febbraio 1927, Carlo Maria Martini entrò nella Compagnia di Gesù il 25 settembre 1944, a diciassette anni.
Dopo il noviziato a Cuneo, studiò filosofia a Gallarate e teologia nella Facoltà teologica di Chieri, poi fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1952 dal cardinale di Torino Maurilio Fossati.
Nel 1958 si laureò in teologia alla Pontificia Università Gregoriana con una tesi sul problema storico della Risurrezione.
Dopo aver insegnato alla Facoltà di Chieri, Martini tornò a Roma e, nel 1966, si laureò in Sacra Scrittura summa cum laudeal Pontificio Istituto Biblico, poi divenne prima decano della Facoltà di Sacra Scrittura e infine rettore dal 1969 al 1978, quando fu nominato rettore della Pontificia Università Gregoriana.
Il 29 dicembre 1979 Giovanni Paolo II lo nominò Arcivescovo di Milano e gli conferì personalmente l’ordinazione episcopale nella solennità dell’Epifania del 1980.
L’ingresso a Milano di Martini, dove succedette al cardinale Giovanni Colombo, avvenne il 10 febbraio dello stesso anno.
Durante il Concistoro del 2 febbraio 1983 l’arcivescovo fu nominato cardinale da Giovanni Paolo II.
Nel novembre 1986, durante il grande convegno diocesano ad Assago con il titolo di Farsi prossimo, lanciò l’iniziativa delle Scuole di formazione all’impegno sociale e politico, mentre nell’ottobre dell’anno successivo avviò una serie di incontri, noti con il nome di Cattedra dei non credenti e che ebbero una grande risonanza anche al di fuori dei confini ecclesiali.
Il 4 novembre 1993 Martini convocò il 47° Sinodo diocesano di Milano, terminato il 1 febbraio 1995, mentre nel 1997 presiedette le celebrazioni per il XVI centenario della morte di sant’Ambrogio, patrono della diocesi.
Insignito di numerosi riconoscimenti accademici, l’arcivescovo nel 2000 divenne membro onorario della Pontificia Accademia delle scienze.
Dimessosi dalla diocesi, il 10 settembre 2002 Martini partì per Gerusalemme, dove visse in una stanza nell’Istituto Biblico, vicino alla porta di Jaffa, allo scopo di riprendere gli studi biblici, ma soprattutto di esercitare la preghiera d’intercessione per la pace in quella città .
Per qualche anno, alternò la residenza nella Città Santa con qualche viaggio in Italia, nella casa dei gesuiti di Galloro, presso Ariccia, vicino a Roma.
Nel 2008, attorno a Pasqua, le condizioni di salute di Martini peggiorarono, e decise di rientrare in Italia per curarsi.
Il cardinale si stabilì a Gallarate, in provincia di Varese, nella vecchia struttura dell’Aloisianum, organizzata dai gesuiti come una casa per i confratelli anziani e malati, mentre l’aggravarsi del morbo di Parkinson compromise progressivamente le sue condizioni di salute.
Carlo Maria Martini tornò alla casa del Padre a Gallarate il 31 agosto 2012.