Una donna che, con Anna Magnani, fu il simbolo dell’Italia del secondo dopoguerra, con Sophia Loren e Gina Lollobrigida…
Silvana Mangano nacque il 21 aprile 1930 a Roma, da una casalinga inglese e un ferroviere di origini siciliane.
Da ragazza frequentò alcuni corsi di danza classica a Milano con Jia Ruskaja e fu notata da Georges Armenkov, celebre costumista francese che la invitò a trasferirsi al di là delle Alpi per lavorare come indossatrice.
Assunta dalla maison Fascetti, a soli quindici anni debuttò al cinema come comparsa in Le jugement dernier, diretto da René Chanas.
In seguito ritornò in Italia e nel 1947 partecipò a Miss Italia, in un’edizione vinta da Lucia Bosè, dove erano presenti anche Eleonora Rossi Drago e Gina Lollobrigida.
In quell’occasione fu molto apprezzata dal regista Mario Costa.
Chiamata come comparsa né Il delitto di Giovanni Episcopo, per la regia di Alberto Lattuada, la Mangano frequentò un corso di recitazione, dove conobbe Marcello Mastroianni, più grande di lei di pochi anni, con il quale ebbe una breve relazione.
A diciannove anni, fu scelta da Giuseppe De Santis per recitare in Riso amaro, che vedeva nel cast anche Vittorio Gassman, sul set conobbe Dino De Laurentiis, produttore cinematografico che in seguito divenne suo marito.
Silvana Mangano fu una stella del cinema a soli vent’anni e nel 1951 comparve in Anna, film di Alberto Lattuada, storia di una ballerina di night club che decide di prendere i voti, mentre tre anni più tardi fu una prostituta ne L’oro di Napoli, diretta da Vittorio De Sica e si aggiudicò un Nastro d’Argento come migliore attrice protagonista.
Dopo avere recitato di nuovo con Gassman in Mambo, nel 1955 prese parte a Ulisse, al fianco di Anthony Quinn e di Kirk Douglas, impersonando la Maga Circe e Penelope.
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta venne diretta da René Clement in La diga sul Pacifico, accanto a Alida Valli e Anthony Perkins, da Mario Monicelli ne La grande guerra e da Mario Camerini in Crimen.
Dopo Le streghe, del 1967, che le valse un altro David di Donatello come migliore attrice protagonista, la Mangano interpretò Giocasta in Edipo Re e, nel 1968, una madre borghese in Teorema, accanto a Terence Stamp.
Nel 1971 fece un cameo nel “Decameron” di Pasolini, mentre un anno più tardi fu al fianco di Alberto Sordi ne Lo scopone scientifico, per la regia di Luigi Comencini, che le portò il suo terzo David.
Fu chiamata da Luchino Visconti per Morte a Venezia, mentre nel 1973 era insieme a Romy Schneider in “Ludwig”.
Il 15 luglio 1981 la sua vita fu scossa dalla morte del figlio Federico, appena venticinquenne. in seguito a un incidente aereo avvenuto in Alaska.
Ammalatasi di un cancro allo stomaco, dopo aver divorziato da De Laurentiis, la Mangano si ritirò a vita privata, concedendosi solo a David Lynch per Dune, nel 1984, tratto dal capolavoro di Frank Herbert, su richiesta della produttrice del film, sua figlia Raffaella.
Riappacificatasi con l’ex marito, Silvana Mangano lavorò con Marcello Mastroianni in Ociciornie di Nikita Mikhalkov, prima di morire il 16 dicembre 1989 a Madrid.