La cerimonia del tè, in Giappone, è un rito antichissimo, che non si limita al piacere di gustarsi una calda tazza di tè, ma ha anche una connotazione spirituale, legata alle pratiche di meditazione, introspezione e contemplazione, verso la ricerca della propria essenzialità e la purificazione dello spirito, aspetto fondamentale della disciplina zen.
Una leggenda narra che il tè giunse in Giappone per la prima volta intorno al X secolo, per opera del monaco buddista Eisai che, dopo un viaggio in Cina, portò con sé i semi della pianta del Tè Matcha e iniziò a coltivarli nel giardino del monastero.
Inizialmente, come all’interno della cultura cinese, anche in Giappone, la pianta del tè era usata per i suoi benefici officinali e medicamentosi, e fu solo in un momento successivo che il tè si diffuse come una forma di teismo, ovvero, nel culto del tè.
Per le caratteristiche d’intimità e profondità previste dalla cerimonia, è consuetudine che il rito si svolga in una stanza piccola e appositamente predisposta, denominata Cha Shitsu, cioè la casa del tè.
L’arredamento della stanza è essenziale, proprio per richiamare l’abbandono di ogni forma superflua terrena, per elevarsi a un livello spirituale più alto.
Ogni elemento della stanza si fonde in una perfetta sintonia con l’ambiente circostante e con coloro che prendono parte alla cerimonia.
La luce durante la cerimonia è soffusa, mentre regna il silenzio e l’atmosfera che viene a crearsi si ammanta così di un fascino particolare e unico.
In un susseguirsi di gesti, passaggi ben precisi e meditazione, la cerimonia del tè si articola in quattro momenti distinti.
Si comincia con il Kaiseki, il pasto leggero che si consuma prima del tè, segue il Koicha, dove gli ospiti, singolarmente, contemplano la tazza di tè che gli viene porta dal maestro cerimoniale, ne ammirano e gustano il contenuto a piccoli sorsi, prima di porgerla all’ospite vicino.
Nell’ Usucha gli ospiti bevono tutta la tazza di tè che gli viene offerta, ne asciugano i bordi con un tovagliolo e la restituiscono al maestro che, a sua volta, procederà a lavarla e asciugarla, prima di porgerla all’ospite successivo.
Infine in Teishu, la parte finale della cerimonia, l’ospite ritorna alla posizione iniziale, s’inchina fino al pavimento assieme agli altri partecipanti, esce dalla stanza e richiude dietro di sé la porta scorrevole.
La cerimonia del tè per i giapponesi è un rito affascinante e particolareggiato, carico di significati, che racchiude ed esprime armonia, purezza, rispetto e tranquillità, oltre ad essere rappresentativo della connessione tra la vita e l’arte, tra il sacro e il profano, tra il terreno e la spiritualità interiore.