Un artista eccentrico, con il suo stile classico, per la musica lirica del Novecento italiano…
Alfredo Casella nacque a Torino il 25 luglio 1883 e iniziò gli studi musicali sotto la guida della madre, che gli insegnò a suonare al pianoforte.
All’età di tredici anni si trasferì a Parigi, dove studiò pianoforte e composizione al conservatorio, con una grande ammirazione per Debussy e in particolare per la musica francese, anche se le sue composizioni di questo periodo erano ricche di un’espressività tardo romantica sulla linea di Richard Strauss e Gustav Mahler, come la Prima Sinfonia del 1905, con cui debuttò come direttore d’orchestra a Montecarlo nel 1908.
Nel 1915 l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma lo chiamò a insegnare pianoforte e per Casella si aprì un periodo volto all’apertura dell’ambiente musicale italiano alle più importanti correnti europee, con concerti con musiche di Debussy, Ravel, Stravinskij, Schönberg e altri autori contemporanei, attirandosi l’ostilità degli ambienti conservatori italiani.
Contro questi attacchi, Casella fondò nel 1917 la Società Nazionale di Musica, che dopo pochi mesi divenne la Società Italiana di Musica Moderna, sostenuta da artisti come Malipiero, Pizzetti e Respighi, affiancata dal periodico Ars Nova con lo scopo di pubblicare far eseguire la musica dei giovani compositori, recuperare la musica antica e creare una rete di contatti con altre associazioni fuori dal territorio italiano.
Nel 1923, con Gabriele D’Annunzio e Gian Francesco Malipiero, fondò la Corporazione delle Nuove Musiche, per la diffusione della musica contemporanea europea in Italia, e il recupero della grande musica antica italiana.
La Corporazione rimase attiva per cinque anni, durante i quali promosse la diffusione della musica contemporanea, anche grazie al contributo economico di Elisabeth Sprague Coolidge, pianista e mecenate americana, che commissionò tantissimi lavori a tutti i maggiori compositori europei e dedicò la sua vita all’arte musicale.
Nel 1922, la vena creativa di Casella conobbe un momento di stasi, dove la stroncatura del suo poema per pianoforte e orchestra A notte alta, che gli fece prendere la decisione di lasciare per sempre l’arte della composizione.
Il compositore uscì da questa crisi solo un anno dopo, grazie alla tranquillità di un soggiorno in Toscana, che lo mise in contatto con la bellezza del paesaggio italiano, vista riflessa nell’arte nazionale, e li nacquero molte liriche per canto e pianoforte, la Sonata per violoncello e pianoforte op. 45 (commissionatagli dalla Coolidge), il balletto La giara su soggetto di Pirandello, Scarlattiana e Partita per pianoforte e orchestra, Paganiniana per orchestra, il Concerto per pianoforte, archi, timpani e percussioni.
Molto apprezzato anche come pianista, Casella fondò nel 1930, col violoncellista Arturo Bonucci e il violinista Alberto Poltronieri, un trio acclamato sia in Europa che in America, che rilanciò la musica di Antonio Vivaldi.
Il compositore morì a Roma il 5 marzo 1947.