Un talento eccentrico per la musica classica del Novecento veneziano…
Gian Francesco Malipiero nacque a Venezia il 18 marzo 1882 da Luigi, pianista e direttore d’orchestra, ed Emma Balbi, e venne avviato agli studi musicali fin dalla prima infanzia, iniziando lo studio del violino intorno al 1890.
Dopo la separazione dei genitori, avvenuta nel 1893, seguì il padre a Trieste, Berlino e Vienna, presso il cui Conservatorio nel 1898 seguì i corsi di armonia e, tornato a Venezia dalla madre, dal giugno 1899 intraprese lo studio della composizione presso il Liceo musicale Benedetto Marcello, dove fu allievo di Marco Enrico Bossi fino al 1902.
In seguito proseguì da autodidatta, formandosi presso la Biblioteca Marciana e poi al Liceo di Bologna, dove si diplomò nel 1904 con il poema sinfonico Dai Sepolcri.
Nel 1911, con Ildebrando Pizzetti, Ottorino Respighi, Renzo Bossi e Giannotto Bastianelli, fondò un gruppo di giovani compositori animati dallo scopo di rinnovare la tradizione musicale italiana attraverso la promozione di una musica in contrasto con il melodramma ottocentesco.
Malipiero passò i primi sei mesi del 1913 a Parigi, dove il 24 maggio assistette alla prima esecuzione del Sacre du printemps di Igor Strawinsky, e questo lo indusse a un ripensamento della propria poetica, oltre all’occasione di conoscere Maurice Ravel, Alfredo Casella e Gabriele D’Annunzio.
Il 10 luglio 1920 la presentazione delle Sette canzoni a Parigi fu l’inizio della fama del compositore sulla scena musicale internazionale.
Nello stesso anno pubblicò il trattato L’orchestra e i libretti delle proprie opere presso l’editore Zanichelli di Bologna e durante l’estate, in Svizzera, incontrò Strawinsky.
Nel 1921 si trasferì a Parma per assumere la cattedra di composizione presso il Conservatorio di quella città ma a dicembre, la pubblicazione dell’articolo I conservatori sulla rivista «Il Pianoforte» provocò la replica del suo amico Pizzetti, con L’infezione musicale ottocentesca, e la fine dei rapporti tra i due musicisti.
Dal 1923 Malipiero visse ad Asolo mentre, con Casella e D’Annunzio, fondò la Corporazione delle nuove musiche, affiliata alla Società internazionale di musica contemporanea. Nel 1924 fu trasferito al Conservatorio di Firenze, diretto da Pizzetti ma, a causa dei pessimi rapporti con quest’ultimo lasciò l’insegnamento.
Malipiero nel 1932 iniziò una collaborazione con Luigi Pirandello, da cui nacquero l’opera La favola del figlio cambiato (1933) e la colonna sonora del film Acciaio, diretto da Walter Ruttmann (1933).
Dal settembre del 1932 al 1940 fu il titolare di un corso di perfezionamento di composizione presso il Liceo musicale di Venezia, nel 1938 assunse la direzione dell’Istituto musicale di Padova nel 1938, poi lasciata l’anno successivo per assumere lo stesso incarico presso il Liceo musicale di Venezia, mantenendolo fino al 1952.
Nel 1947 assunse la direzione dell’Istituto italiano Antonio Vivaldi e dell’edizione critica delle composizioni vivaldiane realizzata presso quell’ente e nel 1949 fu eletto membro del National Institute of Arts and Letters di New York.
Il grande compositore morì a Treviso il 1 agosto 1973.