Fin dal Medioevo il più tradizionale e popolare degli appuntamenti della settimana di Sant’Ambrogio è la fiera degli Oh Bej Oh Bej, che da cinque secoli apre le festività natalizie dei milanesi tra dolci, sorprese e curiosità di ogni tipo.
Organizzata in onore del Patrono della città, Sant’Ambrogio, festeggiato il 7 dicembre, la fiera dura quattro giorni ed è una tappa obbligata per ogni milanese e turista a caccia del regalo perfetto e dell’atmosfera di festa e tradizione del weekend più importante prima di Natale.
Quest’anno sarà aperta dal 5 all’8 dicembre davanti al Castello Sforzesco con prodotti di ogni genere e per tutte le tasche, vi espongono rigattieri, fioristi, artigiani, mestieranti, venditori di stampe e libri, maestri del ferro battuto, rame e ottone, giocattolai, venditori di dolci, oltre alle bancarelle di caldarroste e di Firunatt o Firòn, le tradizionali castagne affumicate infilate a formare lunghe collane, produttori di miele e altri ancora.
Passeggiare lungo i viali sorseggiando una bevanda calda e assaporando dolci tradizionali è un’esperienza assolutamente da non perdere per conoscere la città come la amano i milanesi.
Ma da dove deriva il nome Oh Bej Oh Bej?
Tutto cominciò nel Cinquecento, con l’ingresso in città di Giannetto Castiglione, primo Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Gianetto era stato incaricato da Papa Pio IV di recarsi a Milano, con lo scopo di riaccendere la devozione e la fede verso i Santi da parte dei cittadini ambrosiani.
Arrivato nei pressi della città, il giovane ebbe il timore di non essere accolto con favore dalla popolazione milanese, che non aveva mai manifestato forti simpatie nei confronti del Papa, inoltre era il 7 dicembre, giorno in cui si festeggiava il patrono Ambrogio, in coincidenza con l’elezione vescovile del santo, avvenuta il 7 dicembre 374.
Giannetto decise allora di approntare un gran numero di pacchi, ricchi di dolciumi e giocattoli e, entrato a Milano iniziò a distribuire il contenuto dei pacchi ai bambini milanesi, che si erano radunati intorno al corteo insieme ad una gran folla di cittadini.
Il corteo raggiunse la Basilica di Sant’Ambrogio attorniato da una folla festante e da allora si cominciò a organizzare, nel periodo della festa dedicata ad Ambrogio, la fiera degli Oh bej Oh bej, con bancarelle di vestiti, vecchi giocattoli, e soprattutto di prodotti gastronomici.
Tipici dell’epoca, con mostarde e castagnaccio, erano i firòn, cioè le castagne affumicate al forno, bagnate di vino bianco e infilate in lunghi spaghi.