Forse non tutti sanno che Italo Calvino, il grande scrittore, aveva un fratello che fu uno dei più stimati scienziati del Novecento…
Nato a Sanremo il 20 maggio 1927 da Mario e da Giuliana Eva Mameli, Floriano Calvino completò gli studi secondari presso il Liceo Classico G.D. Cassini e partecipò alla Resistenza militando come partigiano nella Brigata Garibaldi Felice Cascione.
Floriano nel 1952 si laureò in Ingegneria Mineraria presso il Politecnico di Torino, proseguendo la carriera universitaria nel campo della geologia all’Università di Padova e nel 1971 divenne cattedratico di ruolo in Geologia applicata presso l’ateneo di Genova.
Grande esperto nello studio delle dighe, il giovane Calvino svolse un’intensa attività professionale in Italia e all’estero per un’appassionata opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e tutela delle vittime delle calamità naturali.
Infatti, in occasione delle inchieste della magistratura sul disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, fu l’unico geologo italiano ad accettare l’invito del giudice istruttore di Belluno che cercava tecnici disposti a far parte del collegio dei periti d’ufficio.
Ma le notevoli difficoltà tecniche e gli interessi in gioco non consentirono di completare il collegio se non facendo ricorso a due periti stranieri, e non furono estranei alla decisione di Calvino di lasciare pochi anni dopo l’Università di Padova per trasferirsi presso l’ateneo del capoluogo ligure.
Nel 1969, in qualità di direttore dell’Istituto di Geologia dell’Università di Genova, denunciò alla magistratura il direttore dell’istituto Paolo Conti, poi rinviato a giudizio per truffa, falso, peculato e concussione, e chiese anche le dimissioni del rettore dell’ateneo Carmine Romanzi, colpevole di non aver sospeso l’imputato e responsabile della situazione confusa che regnava nell’Istituto di Geologia.
Floriano fu anche consulente di importanti progetti, come la costruzione della diga Bakolori in Nigeria e la bonifica del Tana-Beles in Etiopia, e militante attivo del Tribunale Russell e della Lega Intemazionale per il diritto dei popoli, oltre che perito per la difesa dei familiari di numerose tragedie italiane.
Tra queste ci fu quella della Val di Stava, in occasione della quale la perizia da lui firmata sottolineava, accanto alle responsabilità dei tecnici, quelle, non meno rilevanti, delle società di gestione dei bacini, che avevano scelto tecnici non sufficientemente preparati.
Le sue capacità tecniche e scientifiche sono dimostrate anche dalle numerose pubblicazioni, come varie monografie sulla geologia della Sardegna, gli studi di idrogeologia sul Veneto e memorie sui materiali lapidei da costruzione delle Tre Venezie, oltre a una fitta serie di articoli usciti sul quotidiano genovese Il Secolo XIX, al quale collaborò per vent’anni.
Fu anche un membro della International Association of Rock Mechanics e del direttivo della International Association of Engineering Geology.
Per le sue benemerenze, nel 1974 venne proclamato Cittadino benemerito dall’Amministrazione comunale su proposta della Famija Sanremasca.
Floriano Calvino morì a Genova il 19 gennaio 1988.