Il pilota che, in un giorno di fine estate, entrò nella storia della Formula 1..
Ludovico Scarfiotti nacque a Torino il 18 ottobre 1933, nipote di Ludovico Scarfiotti, uno dei fondatori della Fiat e primo presidente del gruppo.
Il padre Luigi era, oltre che deputato al parlamento italiano, un pilota capace di partecipare a cinque Mille Miglia dal 1928 al 1933, con nel 1932 un terzo posto dietro alla coppia Borzacchini/Bignami e Trossi/Brivio, proprietario di un stabilimento per la produzione di cemento a Porto Recanati.
Già all’età di otto anni, Lodovico fu alla guida di una mini vettura dotata di motore Benelli 175 con cambio a tre marce e, a 19 anni cominciò a correre con una Fiat 500 C in alcune gare locali, classificandosi spesso primo nella propria categoria ,
Nel 1956 partecipò alla Mille Miglia su una Fiat Topolino 1100 TV, arrivando al traguardo primo di categoria nella classe 1300 cc.
In seguito, a bordo di una Fiat 8V 2000, vinse sei corse conquistando il titolo di Campione Italiano gran Turismo sia per la velocità che per la montagna.
Dopo questi successi nel 1959 decise di acquistare una Osca 1100 sport e con questa partecipò a quattordici gare vincendone dodici, divenne Campione d’Italia e conquistò il Trofeo della Montagna nella classe 1100 Sport, gareggiando fino al 1961.
Nel 1962 cominciò a correre per la scuderia Ferrari e la scuderia Sant’Ambroeus, con la Ferrari Dino 2000 vinse il campionato Europeo della Montagna e con una Abarth 1000 s’impose sul circuito del Garda.
L’anno dopo vinse la 12 ore di Sebring in coppia con Surtees e corse la 24 ore di Le Mans questa volta in coppia con Lorenzo Bandini.
Ludovico fece il suo debutto nel mondiale di Formula Uno nel Gran Premio di Olanda del 1963, arrivando sesto, mentre nel Gran Premio di Francia a Reims, durante le prove sul bagnato, la monoposto slittò e Scarfiotti rimase ferito, terminando la sua prima stagione al sedicesimo posto con un punto.
Dopo essersi ripreso dall’incidente, ritornò a correre nel 1964 vincendo la 1000 km del Nurburgring in coppia con Vaccarella, la 12 ore di Sebring in coppia con Parkes e la gara in salita di Ollon Villars con la Ferrari 250.
Inoltre, corse la 12 Ore di Reims concludendo terzo insieme a Parkes e partecipa alla 1000 km di Parigi insieme a un giovane Jackie Stewart, tornò in Formula 1 e corse il Gran Premio d’Italia, arrivando nono al traguardo dopo un testacoda.
L’anno dopo con la Ferrari Dino 206 vinse il Campionato Europeo della Montagna, con la 4000 la 1000 km del Nurburgring e con la stessa auto fu secondo alla 1000 km di Monza.
Alla fine della stagione ricevette il premio come miglior pilota italiano dell’anno.
Nel 1966 conquistò con Surtees la 1000 km di Spa e corre la 1000 km di Monza insieme allo stesso pilota britannico, arrivando secondo e diventando Campione d’Italia a fine stagione.
In Formula 1, al volante della Ferrari, si ritirò nel Gran Premio di Germania e poi si presentò a Monza a bordo della 312, ottenendo la seconda posizione in griglia.
Il sogno di Enzo Ferrari era quello che fosse un pilota italiano a trionfare davanti al pubblico di casa e, con Bandini fuori gioco, Parkes corse tutta la gara in funzione di Scarfiotti, che passò per prima sul traguardo con un margine di 5″8 nei confronti del gentleman inglese, vincendo quattordici anni dopo la vittoria di Ascari nel 1952.
Alla fine del campionato Ludovico fu decimo in classifica con nove punti e, sempre nella stessa stagione, alla guida di una BRM della Scuderia Centro Sud ebbe il quinto posto in una gara non valida per il campionato, il Gran Premio di Siracusa, e partecipò a due gare in F.2, la prima a Vallelunga, dove chiuse in sesta posizione su una De Sanctis-Ford, e l’altra a Albi, dove corse su una Cooper T75-BRM ma fu costretto al ritiro.
Nel 1967 arrivò secondo alla 24 ore di Daytona ed alla 1000 km di Monza in coppia con Parkes.
In Formula 1 si aspettava di prendere parte al Gran Premio di Montecarlo di quell’anno, ma non corse la gara e, in quel giorno, Lorenzo Bandini morì in un tragico incidente.
Dopo la vittoria al Gran Premio di Siracusa, non validper il Mondiale, Parkes e Scarfiotti dedicarono la vittoria a Bandini.
Poi Scarfiotti corse con la Ferrari in Formula 1, prima in Olanda dove concluse sesto, mentre in Belgio si ritirò.
Dopo questa gara fu annunciata la rottura dei rapporti tra la Ferrari e Lodovico.
Sempre nella stessa stagione corse il Gran Premio d’Italia con la Eagle ma venne costretto al ritiro; nel frattempo, oltre che con la Porsche, firmò anche un contratto con la Cooper per continuare a correre in Formula 1.
A Capodanno, durante il Gran Premio del Sud Africa, ebbe un incidente che lo costrinse a stare fermo fino ad aprile, proprio all’inizio della sua nuova avventura con la Porsche.
Quando si ripresee corse a Sebring insieme a Joe Buzzetta ma fu costretto al ritiro, così come nella Targa Florio quando era in testa alla gara, ma ottenne il secondo posto nella BOAC 500 a Brands Hatch con Gerhard Mitter e la stagione nella cronoscalata cominciò con un secondo posto a Montseny in Spagna dietro a Mitter.
In Formula 1 finì con il quarto posto sia in Spagna sia nel Gran Premio di Montecarlo.
Dopo questa prova Lodovico partecipò alla gara in salita a Rossfeld in Germania, ma, durante le prove dell’8 giugno 1968 con la Porsche 910, in una curva stretta usci di strada, dove la macchina rotolò lungo la scarpata e il pilota venne sbalzato fuori dall’abitacolo.
Lodovico mori durante il trasporto all’ospedale, lasciando il ricordo di un pilota dallo stile nobile e elegante.