Il 14 agosto 1815 nacque a Castelnuovo, tra le colline del Piemonte, Don Bosco, fondatore dei Salesiani, per questo raccontiamo il museo che, a Torino, illustra parte della sua vita….
Le Camerette di don Bosco di Valdocco, dove si trova il grande Oratorio dei Ragazzi, raccolgono oggetti appartenuti allo stesso Don Bosco e ambienti risalenti ai primi tempi dei Salesiani.
Al pianterreno ci sono vetrofanie che ricordano Mamma Margherita, il sogno dei 9 anni di Giovannino, San Giovanni Bosco, San Domenico Savio, un confronto tra Valdocco nel 1864, data dalle posa della prima pietra della Basilica e nel 2001.
Ci sono due plastici,nella sala, che mostrano Valdocco nel 1846, quando Don Bosco affittò la casa del signor Pinardi, e negli anni 1852-1859, con la costruzione della Chiesa di San Francesco di Sales.
Nella seconda sala, oltre alle vetrofanie con foto del Santo, in mezzo ai suoi giovani, allo scrittoio, e ai ricordi dei primi missionari salesiani, ci sono i plastici che documentano lo sviluppo di Valdocco dal 1868 fino ai giorni nostri.
La camera che segue, al primo piano, venne costruita nel 1853 e fu stanza e, allo stesso tempo, studio di Don Bosco.
Il 26 gennaio 1854 Don Bosco radunò in questa stanza i giovani Rua, Cagliero, Rocchietti, Artiglia, che furono il primo nucleo dei Salesiani e il 29 ottobre 1854, passando dalla porta che dava sul ballatoio, fece il suo ingresso San Domenico Savio con suo padre.
Fu sempre lì che il 25 marzo 1855 il chierico Michele Rua davanti a Don Bosco pronunciò i voti di povertà, castità, obbedienza, diventando il primo salesiano.
Nel 1861 l’edificio fu raddoppiato verso est, dove la stanza di Don Bosco venne spostata e la seconda divenne l’ ufficio del suo segretario e saletta di ricevimento per tutti quelli che volevano parlare con il santo.
C’è anche una piccola cappella, in cui Don Bosco celebrava la Messa negli ultimi anni della sua vita e nelle due vetrinette sono esposti paramenti e oggetti liturgici, calici, ostensori e il Messale, aperto nel giorno di Pasqua.
Il corridoio venne costruito appositamente per il Santo, che qui passeggiava e confessava i giovani e, dalle grandi finestre, poteva vedere i ragazzi che giocavano in cortile e la Basilica di Maria Ausiliatrice.
Al secondo piano c’è la stanza dove, tra il 1861 ed il 1887, vennero scritte più di 20.000 lettere e molti libri, destinati all’istruzione dei giovani, per lo più di notte, con la luce di una candela.
Dopo la morte del Santo, per 22 anni, la stanza fu l’ufficio e la camera da letto di Don Michele Rua, suo primo successore.