Uno dei porti storici del Centro Italia…
Il golfo di Ancona, racchiuso fra due colli, è stato un sicuro riparo per i naviganti fin dal XVI secolo a.C. e vari ritrovamenti dell’epoca micenea testimoniano che già nel XIII secolo a. C. esistevano scambi commerciali con la Grecia e i Piceni, successivamente, estesero i traffici alla costa istriana e a quella dalmata.
Anni dopo i Dori, provenienti da Siracusa, si stabilirono nel porto e nel territorio e, senza entrare in conflitto con la popolazione locale, fondarono la città e le diedero il nome di Ankòn che, in greco, significa gomito con riferimento alla morfologia del promontorio che protegge il golfo di Ancona.
Il golfo venne attrezzato con i primi moli e, successivamente, i romani completarono il lavoro sotto l’imperatore Traiano che, nel II secolo d.C., fece eseguire importanti opere e scelse lo scalo come luogo di partenza per le guerre contro i Daci.
In onore dell’imperatore Traiano, il Senato anconetano fece erigere l’arco trionfale di cui ancora oggi si possono vedere i resti.
Nel IX secolo i Saraceni assediarono ripetutamente la città che fu quasi totalmente distrutta, assieme al suo porto, ma venne risparmiato l’arco di Traiano.
Gli anconetani, prima di ricostruire la città, fortificarono il porto munendolo di una cinta muraria di difesa dove alte torri quadrate, alla base delle quali vi erano delle portelle di accesso, proteggevano il porto.
La città per chi vi arrivava dal mare, appariva con ventiquattro torri che si innalzavano su mura che emergevano dal mare a difesa da ogni pericolo.
Fra il XIII e XIV secolo, Ancona divenne uno dei porti più importanti dell’Adriatico, secondo solo a Venezia che in seguito le imposta di rinunciare a proclamare la sua indipendenza e ad accettare di sottomettersi allo Stato Pontificio.
Fu Papa Clemente XII che, con la concessione della franchigia doganale, la ricostruzione dei moli andati in degrado e la costruzione del lazzaretto, affidata all’Architetto Luigi Vanvitelli, diede nuovo impulso al porto.
Quel periodo di ritrovato splendore duro ben poco, poiché Ancona fu il teatro delle vicende belliche legate alle guerre di indipendenza e, infine, dei bombardamenti aerei dell’ultima Guerra Mondiale che ne rasero al suolo interi quartieri e danneggiarono anche le strutture portuali.
Anche in questo caso, si salvarono dalla distruzione l’Arco di Traiano, il Lazzaretto del Vanvitelli e parte delle antiche mura di protezione.
Finita la guerra, con notevoli sforzi iniziarono i lavori di recupero dei moli e delle banchine. I cantieri navali vennero ricostruiti e i traffici marittimi ebbero una graduale ripresa.
Oggi lo scalo è uno dei più attivi del Mediterraneo e svolge un ruolo primario nell’interscambio commerciale, classificato come scalo di rilevo internazionale dall’Unione Europea, inserito nel corridoio Scandinavo Mediterraneo delle reti TEN-T.
Dal porto di Ancona transita un milione di passeggeri su navi traghetto e da crociera, dirette verso le sponde dell’Adriatico orientale e dell’Egeo.
Il traffico container si è sviluppato negli ultimi anni grazie a tutti i principali vettori mondiali del trasporto contenitori, sempre al servizio del bacino di mercato del centro Italia, come nei traffici dei molti traghetti del porto.