Domenica 6 novembre a Bobbio, in provincia di Piacenza, Borgo Più Bello d’Italia 2019, si svolgerà la XIX edizione del Circuito delle Valli Piacentine, una grande manifestazione di regolarità classica per auto storiche, a calendario ACI Sport.
La gara si svolgerà sulle colline di Bobbio, Coli, Corte Brugnatella e Ferriere, ed è organizzata dalla Associazione locale Bobbio Autosport A.s.d, conosciuta e apprezzata come organizzatore della Bobbio – Penice 2018.
In questa nuova edizione ci sarà un ritorno alle origini, e quindi la gara sarà unica per tutti i partecipanti, sia come Conduttori Prioritari ACI Sport (Top, A, B, C, D), sia come Conduttori Non Classificati.
Tutti i concorrenti si sfideranno in un tracciato inedito, che si svilupperà in un percorso di circa 120 chilometri e 64 prove cronometrate in linea, tecnicamente impegnative, ma adeguate ad ogni tipo di vettura, dove saranno ammesse autovetture costruite entro il 1991, ed al seguito auto moderne come da Regolamento ACI Sport.
La classifiche della Gara verranno redatte applicando il coefficiente anno di produzione, come da RdS ACI Sport.
Come sempre la manifestazione sarà caratterizzata da un’atmosfera conviviale nello splendido panorama autunnale di Bobbio e del suo territorio.
Il nome di Bobbio deriva dal Monte Penice, altrimenti conosciuto come Saltus Boiellis e fu conquistata da Roma nel 14 a.C.
Verso la metà del VI secolo il presidio romano di Bobium fu assegnato al duca Sundrarit, che prese in concessione anche le saline e tutto ciò si legò alla costruzione dell’Abbazia di San Colombano avvenuta nel 614 ad opera dell’abate missionario irlandese Colombano.
In breve Bobbio divenne un fiorente luogo monastico nonché importante centro culturale e, a seguito della conquista da parte di Carlo Magno, mantenne un ruolo fondamentale.
Così il Monastero di Bobbio divenne monastero imperiale, ma perse l’autonomia che aveva sotto i Longobardi.
Negli anni di Carlo Magno Bobbio aveva numerosi possedimenti e l’abbazia era ormai un ricco feudo, al punto che creò una sua scrittura inconfondibile e le miniature dei suoi codici si richiamavano alla cultura irlandese.
Il 14 febbraio 1014, grazie all’imperatore Enrico II, Bobbio divenne sede vescovile ed ottiene il titolo di città, inoltre l’Abate ottenne la dignità episcopale, al punto che in un primo momento vescovo ed abate erano la stessa persona.
La scissione di queste due cariche e la conseguente divisione dei beni segnò l’inizio della decadenza di Bobbio a causa delle lotte intestine tra abate e vescovo.
Nel 1230 Piacenza occupò Bobbio e il suo dominio proseguì fino alla conquista Viscontea di tutta l’area lombarda.
Da allora Bobbio, staccata da Piacenza e aggregata a Voghera, subì l’influenza della cultura pavese e, dopo essere passata prima sotto i Dal Verme, finì in mano dei Savoia legando così la sua storia quella sabauda.
Con la nascita del Regno d’Italia Bobbio fu prima incorporata nella provincia di Pavia ma, nel 1923, chiese ed ottenne il passaggio a Piacenza.