A Roma, oggi pomeriggio, si è spento a 89 anni Alberto Asor Rosa, grande intellettuale della letteratura italiana del Novecento, sempre pronto a lottare per quello in cui credeva.
Alberto Asor Rosa nacque a Roma il 23 settembre 1933 e, dopo essersi diplomato al Liceo Classico Augusto di Roma; si laureò alla Sapienza, con come relatore Natalino Sapegno.
Studioso di fama, docente di storia della letteratura alla Sapienza, Rosa fu da sempre impegnato nella dialettica tra cultura e potere e nell’analisi della realtà sociale e lasciò il Pci nel 1956, come molti altri intellettuali scossi dalla tragedia ungherese, e vi rientrò solo nel 1972, lavorò alla sua trasformazione e fu eletto più volte parlamentare e, dopo la caduta del Muro, fu membro della direzione del Pds e direttore della rivista Rinascita, che sotto la sua guida prese sin dal primo numero le distanze dal passato.
L’esordio di Asor Rosa come studioso avvenne con Scrittori e popolo del 1965, disanima della letteratura italiana impegnata tra Otto e Novecento, scoprendone l’ottica populista e con un dibattito sul rapporto intellettuali e proletariato, come lo fu anche il suo studio su Thomas Mann o dell’ambiguità borghese del 1971.
Negli anni Settanta ebbe successo, ma fece discutere per le scelte e il taglio, la sua Storia della letteratura italiana per le scuole superiori.
Molti dei suoi saggi e articoli vennero raccolti in Intellettuali e classe operaia, Le due società, e L’ultimo paradosso ed è del 1992 Fuori dell’Occidente, ovvero ragionamento sull’Apocalisse” in cui invitava a cercare un’idea nuova di opposizione, fuori dal modello dei Paesi più ricchi dell’occidente.
Uscì nel 2002 il romanzo autobiografico L’alba di un mondo nuovo, parte do una vena narrativa poi approfondita fino a Amori sospesi, del 2017
Nel 2009 venne edito Il Grande silenzio – Intervista sugli intellettuali, in cui Asor Rosa rifletteva sulla storia degli intellettuali, soprattutto della seconda metà del Novecento, in Italia, mentre è del 2011 la raccolta di saggi di critica letteraria Le armi della critica.
Tra le sue opere degli ultimi anni sono da ricordare Letteratura italiana. La storia, i classici, l’identità nazionale (2014); Scrittori e popolo 1965. Scrittori e massa (2015), per dare un ordine alla produzione letteraria degli scrittori nati dopo il 1960, Machiavelli e l’Italia. Resoconto di una disfatta (2019), Scritture critiche e d’invenzione, con un’ampia selezione della sua produzione saggistica e letteraria (2020) e L’eroe virile. Saggio su Joseph Conrad (2021)