Fino al 19 febbraio 2023 la Palazzina di Caccia di Stupinigi presenta una mostra dedicata a Salvador Dalì, che fu non solo un pittore, ma un artista poliedrico nel vero senso della parola. Indiscusso Maestro del Surrealismo, non si limitò mai alla mera produzione di quadri o di opere d’arte bidimensionali.
Tra vetro-cristallo, mobili, gioielli e soprattutto sculture in bronzo, l’arte di Dalì scaturiva da qualsiasi strumento avesse a disposizione.
Da questo concetto è nata l’esposizione Salvador Dalì The Exhibition, prodotta da Next Exhibition in collaborazione con The Dalí Universe, società specializzata nell’arte di Salvador Dali e gestrice di una delle più grandi collezioni private di opere dell’artista al mondo.
Nelle antiche cucine della Palazzina di Caccia di Stupinigi il visitatore ha il piacere di ammirare una mostra unica, con diversi aspetti della produzione artistica di Dalí, composta da una scultura monumentale, le sculture museali in bronzo, i libri illustrati e gli oggetti in pasta di vetro.
Il percorso ospita sculture di grande formato, dove il gioco surrealista delle connessioni e delle trasformazioni si propone in e le ossessioni visive dell’artista prendono forma nello spazio attraverso la manipolazione fisica degli oggetti.
Tra questi ci sono La Danza del Tempo (1979-1984) e La nobiltà del Tempo (1977 – 1984), oltre alla contrapposizione tra L’uomo con la farfalla (1968-1984) e La donna in fiamme (1980), L’Elefante Spaziale (1980) e Il Cavaliere surrealista (1971 – 1984) oltre a due simboli di Dalì, l’orologio molle e l’elefante con le gambe sottili, simboli della relatività del tempo e della distorsione dello spazio.
I capolavori in vetro e cristallo stupiscono dal Ciclope (1968) alla Chitarra (1971) all’Anti-Fiore (1971) e conducono ai bronzi come Il Violino (1966) che con le sue forme ricorda una schiena umana o ai due preziosissimi Caducei (1983) in oro 18 carati, argento e ametista.
L’esposizione presenta anche un inedito lato di Dalí, con le grafiche a colori di Dopo dieci anni di Surrealismo (1974), Il bestiario di De la Fontaine (1974) e Immaginazioni e Oggetti del Futuro (1975) dato che fu infatti anche illustratore oltre che pittore, scultore, regista, scrittore e designer.
A curare la connessione tra le opere protagoniste della mostra è Beniamino Levi, uno dei maggiori esperti di Salvador Dalí che lo ha conosciuto personalmente nelle sue residenze parigine e nella sua terra natale, la Spagna.
Levi rimase affascinato da alcune delle prime opere scultoree del maestro, tanto da spronarlo ad esprimere la sua arte in forma scultorea, con una serie di bronzi basati sulle immagini surrealiste più famose della sua incredibile carriera.