Una storia che parte della Francia del Medioevo e arriva in Lombardia…
L’ordine cistercense nacque a Citeaux, in Francia, nel 1098 e il suo fondatore, Roberto da Molesme, voleva ripristinare l’osservanza rigorosa della regola di San Benedetto, dal momento che le comunità monastiche benedettine dell’epoca erano contraddistinte da una rilassatezza di costumi.
Secondo la regola benedettina la vita dei monaci doveva essere dedicata alla preghiera e al lavoro nei campi, con un’attenzione particolare alle operazioni di bonifica e di sfruttamento del territorio, oltre alla lontananza dai centri abitati e la vicinanza ad un corso d’acqua.
Così nacquero le cinque abbazie francesi, che ebbero un’accoglienza favorevole in tutti i luoghi in cui si insediarono.
Nel 1130 in Europa iniziò lo scisma con protagonista papa Innocenzo II e l’antipapa Anacleto II e re Lotario II era schierato a favore del primo, mentre re Corrado di Svevia era a favore del secondo e allora l’abate Bernardo di Clairvaux svolse un ruolo diplomatico molto importante, schierandosi a favore di Innocenzo II.
Di ritorno dal concilio di Pisa Bernardo fu invitato dal clero a visitare la città di Milano, per riportare la chiesa milanese all’obbedienza sia all’imperatore che al pontefice.
La sua presenza contribuì alla nascita dell’abbazia di Chiaravalle e il primo abate fu Brunone, amico di Bernardo e suo compagno di spedizioni diplomatiche.
L’abbazia di Chiaravalle fu fondata tra il 1134 e il 1135 in una zona incolta, dove erano presenti numerosi villaggi poi inglobati nelle proprietà del monastero.
L’edificio, realizzato in laterizio, venne edificato partendo dal coro e dall’abside in modo da svolgere il prima possibile le funzioni religiose, e nel 1221 l’arcivescovo di Milano consacrò ufficialmente la chiesa.
In seguito i lavori proseguirono con il primo chiostro e, nella prima metà del Trecento, con l’aggiunta della torre nolare, mentre il campanile dell’orologio risale al 1368.
Nel 1798 il direttorio della Repubblica Cisalpina decretò la soppressione del monastero e parte del complesso venne abbattuto, poi nel 1860-62 subì ulteriori modifiche per via della costruzione della via ferroviaria Milano-Pavia-Genova.
Tra il 1894 e il 1896 ebbero inizio i lavori di restauro ad opera dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti, che proseguirono nel 1918-20 fino a quando, nel 1923, l’abitato e l’abbazia di Chiaravalle divennero parte del territorio di Milano.
Nel 1952, i monaci cistercensi poterono tornare a Chiaravalle e i lavori di restauro sono proseguiti fino ai primi decenni del nuovo millennio.
Situato all’interno del complesso monastico, il Mulino di Chiaravalle è un antico luogo di macinazione delle granaglie oggi divenuto centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità, fu edificato nel XII secolo e in origine era dotato di ruote in legno di rovere, oggi perdute, che venivano mosse dalle acque del canale Vettabbia.
Oggi il Mulino si affaccia su un giardino cintato che ospita un orto ed è composto da locali di epoche diverse, raggruppati intorno all’edificio originario, dove si tengono diverse attività didattiche quali convegni, workshop, laboratori di erboristeria, attività ludiche per ragazzi nel periodo estivo e per le scuole durante l’anno scolastico.