Il grande favorito della 127esima maratona di Boston, prevista per lunedì 17 aprile, è Eliud Kipchoge, due volte campione olimpico della maratona e primatista mondiale sulla distanza con il tempo di 2h 01.09 stabilito nel settembre 2022 a Berlino.
Dopo aver vinto a Londra, Chicago, Berlino e Tokyo, Eliud proverà a conseguire due ulteriori successi anche nelle maratone di Boston e di New York, inoltre avrebbe vinto tutte le sei grandi maratone mondiali.
Kipchoge avrà una serie di avversari di altissimo livello, come il connazionale Evans Chebet, campione uscente, quindi l’etiope Lelisa Desisa già vincitore a Boston nel 2013 e nel 2015, l’eritreo Ghirmay Ghebreslassie, campione mondiale nel 2015 e primo a New York nel 2016, Benson Kipruto e Albert Korir, primo a New York nel 2021, oltre all’etiope Shura Kitata, vincitore a Londra nel 2020.
Da non perdere sarà anche la gara femminile che avrà come favorita la campionessa olimpica Peres Jepchirchir, prima arrivata a Boston nel 2022, l’etiope Gotytom Gebreslase, vincitrice l’anno scorso a Eugene, la keniota Hellen Obiri, due volte campionessa sui 5000 metri, Edna Kiplagat, due volte campionessa mondiale di maratona e due volte vincitrice a Boston senza dimenticare l’israeliana di origine keniota Lonah Chemtai Salpeter, bronzo ai mondiali di Eugene, e la giovane etiope Amane Beriso, che l’anno scorso ha vinto a Valencia con il terzo tempo mondiale.
La Boston Marathon è la maratona più antica del mondo e la si corre ogni anno nel terzo lunedì del mese di aprile per celebrare il Patriots Day.
Fu la prima maratona ad aprire la partecipazione alle donne nel 1972, anche se già nel 1967 ci era riuscita Kathy Switzer con lo stratagemma di iscriversi con le iniziali del su nome e fu anche la prima, nel 1975, a far gareggiare i diversamente abili.
Inoltre i tempi realizzati a Boston non valgono come primati mondiali perché c’è un netto dislivello fra partenza e arrivo, circa 140 metri, è monodirezionale dalla partenza all’arrivo e quindi è molto soggetta a un vento favorevole, che può spirare alle spalle degli atleti per tutto il percorso.
Per gli italiani, oltre al secondo posto di Marco Marchei nel 1980, a Boston è da soprattutto il trionfo di Gelindo Bordin nel 1990, che fu il primo campione olimpico a vincere la maratona.