Per gli indiani d’America l’estate era il periodo delle grandi cerimonie, come la danza del sole e, in seguito, la danza degli spiriti…
La danza del sole, che dura dagli 8 ai 15 giorni, era agli occhi dei bianchi un simbolo dello stoicismo degli indiani, ma era stata ideata solo qualche tempo dopo l’introduzione del cavallo nelle Pianure e cioè intorno al 1800, al punto che gli ultimi ad adottarla furono gli Ute nel 1890.
Il termine Danza del Sole” deriva dal fatto che i Sioux amavano fissare il sole direttamente, mentre altre tribù fissavano lo sguardo sul palo centrale e solo i Comanche non facevano questo rito oppure lo tenevano sporadicamente.
I Cheyenne e gli Arapaho chiamavano la danza con i nomi di Sacrificio, Offerta, Danza di Medicina o Capanna della Nuova Vita e possedevano la forma più sviluppata del rito, che probabilmente rielaborarono sul modello degli Omaha e Mandan, di cui erano stati vicini, e lo trasmisero agli altri.
La grande struttura cerimoniale della danza aveva un palo centrale e un cerchio di 12 pali diritti, uniti a quello centrale da pali orizzontali e i Cheyenne e i Sioux stendevano delle pelli su questa struttura, mentre Crow e Piedi Neri usavano cespugli e arbusti.
I Sioux avevano un cerchio di 28 pali e non li univano al centro come gli altri dove il palo centrale, di solito dipinto, rappresentava il centro dell’universo e la via di comunicazione tra cielo e terra ed era un pioppo scelto ritualmente cui restava solo la biforcazione dei rami dove venivano poste una fascina, come il nido dell’Uccello Tuono, e vari simboli: Cheyenne e Sioux, per esempio, vi appendevano figure di terracotta e altri oggetti.
La cerimonia era offerta per adempiere un voto pronunciato in un momento di bisogno, ma serviva anche per il benessere comune, rinnovare la comunione con la Terra, per benedire la tribù, favorire la fertilità dei bisonti e il vigore proveniente dal Sole.
Tutte le bande si riunivano per la Danza dopo la caccia al bisonte, quando c’era abbondanza alimentare sufficiente a sostenere un grande accampamento, e contemporaneamente alla Danza del Sole si celebravano anche altri avvenimenti, come la stipulazione di fidanzamenti, l’ammissione a Società, alleanze politiche.
Col tempo le pressioni di militari, missionari e agenti di riserva portarono alla messa al bando della Danza del Sole e l’ultima celebrazione nella riserva Siox di Standing Rock avvenne nel 1882 e fu interrotta dai soldati, ma Arapaho, Shoshoni, Cheyenne del Sud, Piedi Neri, Cree, Assiniboin e Ponca continuarono nonostante le persecuzioni.
Dopo che le restrizioni vennero abolite nel 1934 con l’Indian Reorganization Act varie tribù hanno ridato vita alla cerimonia.
Nell’ estate 1886 una nel Nevada, si diffuse la Danza degli Spettri, dopo che un indiano Paiute, Wowoka, manovale girovago, venne a contatto con i movimenti messianici indiani della Costa Nord-ovest come i Dreamers e gli Shakers e da allora sostenne che gli indiani dovevano danzare un’antica danza in cerchio, per vincere contro i bianchi.
La voce del Messia si sparse tra Shoshoni, Bannock e Arapaho e di qui ai Sioux, Cheyenne, Kiowa e Pawnee, dove si diffuse una “camicia” di pelle o stoffa dipinta con cerchi solari, falci di luna, stelle e croci, uccelli e tartarughe.
Molti indiani danzavano per giorni e giorni fino a cadere in trance e i Sioux dicevano che le pallottole non li avrebbero colpiti se avessero indossato le camicie di mussolina dipinta.
L’esercito alla notizia intervenne e il massacro di 300 Sioux a Wounded Knee nel dicembre 1890 pose fine al movimento.