Il 27 novembre cade il ricordo della Madonna della medaglia miracolosa, una storia che ha le sue radici nella Francia di metà Ottocento…
Caterina Labouré nacque il 2 maggio 1806 a Fain-les-Moutiers in Francia, in una famiglia di contadini e a 8 anni, dopo la morte della madre, dovette assumersi il governo della casa perché la sorella maggiore era diventata suora.
Negli anni Caterina rifiutò varie proposte di matrimonio, decisa ad abbracciare la vita religiosa malgrado l’opposizione del padre, che la mandò a Parigi presso il fratello che gestiva una trattoria, poi da una cognata a Châtillon-sur-Seine.
Trasferitasi in un ospizio diretto dalle Figlie della Carità, fondate da san Vincenzo de’ Paoli, la giovane il 21 aprile 1830 entrò nel seminario di Rue du Bac, a Parigi e durante il noviziato ebbe le prime visioni del Signore e della Vergine.
Nella notte tra il 18 e il 19 1uglio 1830, mentre la Francia era sconvolta dal presentimento di una nuova rivoluzione, Caterina, dopo essere stata portata da un angelo nella cappella della Casa Madre, ebbe un colloquio con la Madonna, che le preannunziò nuovi incontri, che avvennero a brevi intervalli l’uno dall’altro, nel settembre, il 27 novembre e nel dicembre di quello stesso anno.
La più nota delle apparizioni fu quella avvenuta il 27 novembre, divisa in due fasi, nella prima la Madonna apparve a Caterina, ritta su un globo avvolto dalle spire del serpente, nell’atto di offrire a Dio un altro piccolo globo dorato, simbolo del mondo e di ogni anima, che era all’altezza del cuore: mentre dalle mani della madre di Gesù cadevano sul globo inferiore due fasci di luce e nella seconda fase, mentre il piccolo globo d’oro scompariva, le mani della Vergine si abbassarono mentre emanavano dei fasci luminosi, simbolo delle grazie ottenute da Dio per la sua intercessione e, come a formare un’aureola intorno alla testa della Madonna, comparve in lettere dorate la frase “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”.
Dopo la visione una voce interiore disse alla giovane di far coniare una medaglia che riproducesse ciò che aveva visto, ma soltanto il 30 giugno 1832 ne furono coniati i primi millecinquecento esemplari.
La medaglia venne presto detta miracolosa e fra i miracoli a lei legati, vi fu la conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne del 20 gennaio 1842 inoltre, per un desiderio espresso dalla Madonna, nacque l’Associazione delle Figlie di Maria Immacolata.
Finito il noviziato, nel 1835 Caterina arrivò nell’ospizio di Enghien, dove per 46 anni, senza mai parlare delle sue visioni, si occupò dei più poveri e solo negli ultimi mesi di vita, per ordine della Madonna, confidò alla superiora suor Dufès di essere la veggente della medaglia, prima di morire il 31 dicembre 1876.
Caterina Labouré venne beatificata da Pio XI il 28 maggio 1933 e canonizzata da Pio XII il 27 luglio 1947 e le sue reliquie riposano nella cappella in cui ebbe le apparizioni mentre la sua memoria liturgica, per le Famiglie Vincenziane, è stabilita al 28 novembre e al 31 dicembre per gli altri ordini religiosi.