Lo Storico Carnevale di Ivrea, che riempie la città di colori e profumi grazie alla tradizionale battaglia delle arance, prenderà il via, nel 2024 e come sempre, nel giorno dell’Epifania.
Venerdì 6 gennaio Pifferi e Tamburi in piazza di Città suggelleranno con la marcia di apertura, l’inizio della manifestazione che tra’fagiolate, banchetti e cortei giungerà, come ogni anno, al suo momento clou il 10, l’11, il 12 e il 13 febbraio.
Sabato 10 ci sarà la presentazione della Vezzosa Mugnaia dalla loggia esterna del Municipio e la marcia del corteo storico con la fiaccolata goliardica e la sfilata delle squadre degli aranceri, mentre la battaglia delle arance, il momento più atteso della manifestazione, comincerà domenica 11 febbraio .
Le nove Squadre a piedi daranno vita alla Battaglia delle arance con i tiratori sulle Pariglie e sui Tiri a quattro suddivisi su due percorsi, interno (piazza Ottinetti e piazza di Città) ed esterno (Borghetto, piazza del Rondolino passando da Lungo Dora e piazza Freguglia).
E lo stesso avverrà anche lunedì e martedì, in cui avverrà la premiazione delle squadre degli aranceri e dei carri da getto in piazza di Città.
Da venerdì 15 dicembre il cocchio dorato ottocentesco, uno dei simboli del Carnevale più cari agli eporediesi, è esposto nell’androne del Municipio di Ivrea in attesa dell’edizione 2024 della manifestazione.
Usato fin dal 1858, il cocchio della Vezzosa Mugnaia è un pezzo di storia del Carnevale che anno dopo anno, grazie al contributo degli organizzatori e delle Componenti, è stato mantenuto in uso e sottoposto a minuziose cure per conservarne intatte fattura e magnificenza.
L’ispirazione della festa nasce da un lato dalle vicende di una bella mugnaia medievale giustiziera di un feudatario despotico e dall’altro dall’arrivo delle truppe dell’imperatore Napoleone Bonaparte.
Si racconta che Violetta, figlia del mugnaio della città, moglie di Toniotto, decise di riscattare il popolo dalla tirannide del Marchese del Monferrato e, per raggiungere il suo obiettivo, si travestì da vedova ebrea e, dopo averlo fatto bere fino all’ubriachezza, lo decapitò nel sonno.
In questo modo la giovane riuscì ad evitare l’usanza dello Ius primae noctis e, come simbolo di liberazione, espose la testa mozzata del tiranno dall’alto del Castellazzo.
Così facendo Violetta divenne l’eroina della città ed ancora oggi è rappresentata da una giovane cittadina eporediese scelta dal Comitato organizzatore del carnevale.
Durante l’ epoca napoleonica, per ragioni di ordine pubblico, viene presa la decisione di riunire in un unico carnevale tutti quelli festeggiati nei singoli rioni della città di Ivrea, che sfociavano spesso in violenti scontri.
Inoltre Napoleone decise di affidare il controllo del carnevale ad un gruppo di cittadini, che indossavano la divisa dell’esercito napoleonico.
Nacque in questo modo la figura del Generale, coadiuvato da Aiutanti di Campo e Ufficiali di Stato Maggiore.
Dal 1858, sulla scia dei moti rivoluzionari e dello spirito risorgimentale, alla figura del Generale fi affiancata la Mugnaia, eroina della città e simbolo di libertà contro ogni forma di oppressione.
La battaglia delle arance è un vero e proprio spettacolo, cuore della ribellione al tiranno, e la sua nascita ufficiale risale 1947 quando fu fondata L’Asso di Picche, la più antica squadra di aranceri.
In quel giorno ci sono nove squadre di aranceri a piedi, che rappresentano i singoli rioni, ciascuna rappresentata da un proprio inno e da un proprio colore.
Sui carri si trovano gli aranceri, protetti da caschi di cuoio, che simboleggiano le armate del despota.
L’appuntamento inizia il sabato sera, quando la mugnaia si affaccia al balcone del municipio, per dare il via al carnevale ed alla successiva battaglia delle arance della domenica.
Tutta la giornata del lunedì è dedicata al tiro, per poi vedere una serie di festeggiamenti tra le varie squadre nel corso della sera.
Il martedì grasso è l’ultimo giorno della battaglia e nel corso del pomeriggio sono premiate le prime tre classificate tra le squadre di aranceri a piedi ed i carri.
A seguire, la sera del martedì, la tradizione continua con l’abbruciamento dello scarlo, quando viene rivestito di ginepro ed erica un palo a cui viene dato fuoco, mentre la mugnaia tiene sollevata la spada per tutto il tempo del falò.
La velocità con cui il palo brucia nella sua totalità è diventata nel tempo un simbolo di cattivo o buon auspicio per Ivrea.