Oggi ricordiamo un evento tragico che ha segnato la storia della Sicilia e del conflitto tra lo Stato italiano e la mafia.
Era il 12 marzo 1992 quando un commando di Cosa Nostra uccise Salvo Lima, l’onorevole democristiano e leader della corrente capitanata da Giulio Andreotti, mentre si recava all’Hotel Palace per organizzare la campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 maggio.
L’omicidio di Lima, avvenuto a Mondello, una località balneare in prossimità di Palermo, è stato un evento che ha scosso profondamente l’Italia. Salvo Lima era uno dei riferimenti politici più importanti della Sicilia di quegli anni.
Secondo le indagini e i processi che seguirono, Lima fu ucciso perché non era riuscito a impedire le tante condanne inflitte ai mafiosi al termine del maxiprocesso, il più grande processo penale mai svolto in Italia.
L’omicidio di Lima è stato descritto come il primo atto della strategia stragista decisa da Salvatore Riina e dalla Cupola mafiosa dopo la sentenza della Cassazione che il 30 gennaio di quell’anno ha confermato le condanne per il primo maxiprocesso alla mafia palermitana.
Questo evento ha segnato una tappa fondamentale nel conflitto tra lo Stato italiano e la mafia e ha avuto un impatto duraturo sulla regione.
Oggi, mentre ricordiamo questo tragico evento, riflettiamo sulla necessità di pace e riconciliazione. La violenza non porta a nulla di buono, solo a sofferenza e distruzione. Ricordiamo le vittime di questo attacco e speriamo in un futuro in cui tali atti di violenza saranno solo un ricordo del passato.