Uno dei piatti simbolo della Pasqua nel Centro Italia…
La pizza di Pasqua è un piatto a base di farina, uova, sale, pepe, latte, olio extravergine di oliva, lievito naturale ed un mix di formaggi, generalmente pecorino, parmigiano reggiano oppure grana padano e pecorino romano, aggiunti sia grattugiati sia a tocchetti dalla forma irregolare che, come pepite, si amalgamano all’impasto, arricchendolo di una diversa consistenza.
Questa pietanza viene chiamata, specialmente nelle Marche, anche crescia, e probabilmente è questo il suo nome originario, per via dell’importante crescita dell’impasto in fase di cottura nel forno a legna, all’interno di appositi stampi che le conferiscono la caratteristica forma.
La pizza pasquale nasce con tutta probabilità nelle Marche, per poi diffondersi in gran parte del Centro Italia, dato che la prima testimonianza scritta di questa ricetta risale al XIX secolo, quando fa il suo esordio in un ricettario anconetano, Memorie delle cresce di Pasqua, del 1848.
Secondo alcune teorie la preparazione veniva realizzata già in epoca medievale nella stessa provincia di Ancona, dalle monache del convento di Santa Maria Maddalena a Serra de’ Conti che. vedendolo crescere all’interno dei loro contenitori di coccio, battezzarono questo lievitato crescia.
La ricetta fu anche adottata dalle famiglie contadine, le quali erano solite consumare le cresce la mattina di Pasqua, dopo il digiuno della quaresima e accompagnate a salumi preparati a inizio anno che in questo periodo terminano il loro periodo di stagionatura.
Preparata in occasione del giovedì o del venerdì santo, la pizza di Pasqua è comunemente consumata a partire dalla domenica successiva, già a colazion, accompagnata da formaggi e affettati, come salame, capocollo oppure lonza.
Un tempo, prima di consumarla, la pizza era portata in Chiesa per la benedizione assieme agli altri cibi che sarebbero stati mangiati durante il giorno di festa.
Oggi la pizza di Pasqua viene consumata anche nella settimana precedente e successiva la domenica di Resurrezione e per Pasquetta non è raro trovare in tavola qualche fetta avanzata di questa ghiotta specialità.