Nella notte tra il 30 e il 31 marzo torna in Italia l’ora legale, con il vantaggio di avere più ore di luce nelle sere estive e primaverili.
L’ora legale nacque da un’idea di Benjamin Franklin, che pubblicò nel 1784, sul Journal de Paris, il progetto di spostare un’ora avanti le lancette dell’orologio con l’arrivo della primavera, per approfittare delle giornate più lunghe e risparmiare così le candele con la frase “Early to bed and early to rise, makes a man healthy wealthy and wise” cioè “Presto a letto e presto alzato, fan l’uomo sano, ricco e fortunato”.
L’intuizione di Franklin fu ripresa nel 1907 dal costruttore inglese William Willet, dato che rispondeva alle esigenze di risparmio economico e di miglioramento della produzione industriale.
In seguito lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rese impellenti le due esigenze, al fine di aumentare lo sforzo bellico, e nel 1916 la Camera dei Comuni inglese adottò il British Summer Time, oggi l’ora legale.
La Gran Bretagna fu presto imitata da altri Paesi europei, tra questi anche l’Italia, dove il nuovo orario estivo fu usato fino al 1920, per poi entrare definitivamente in vigore a partire dal 1966.
Solo nel 1996 l’ora legale venne adottata comunemente in tutta Europa, che genera risparmi energetici che nel 2013 sono stati calcolati intorno ai 90 milioni di euro e molti paesi, visti i numeri, propongono di adottare l’ora legale tutto l’anno.
I Paesi della fascia tropicale però non adottano l’ora legale, dato che la variazione delle ore di luce durante tutto l’arco dell’anno è minima, ed il cambio d’ora non porterebbe particolari vantaggi, come aggiungere più luce la sera.
Nell’emisfero australe l’ora legale ha un calendario invertito, vista la differenza delle stagioni, così viene generalmente adottata da ottobre a fine marzo.
Dal 2005 gli Stati Uniti hanno allungato l’ora legale da otto mesi, dalla seconda domenica di marzo alla prima di novembre, allo scopo di consumare meno energia.