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Il Mart di Rovereto presenta una mostra antologica dedicata all’opera e all’universo creativo di Italo Cremona, a cura di Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari ed Elena Volpato.

Al via il 28 settembre e visitabile fino al 9 marzo 2025 , il progetto ripercorre l’intera produzione dell’artista, esplorando le diverse fasi della sua carriera.

Il titolo della mostra, Tutto il resto è profonda notte, è ratto da una frase dello stesso Cremona da uno dei suoi testi per la rubrica Acetilene che negli anni Cinquanta firmava per la rivista Paragone di Roberto Longhi, infatti il notturno come condizione esistenziale e filosofica è un tema ricorrente nella pittura dell’artista, che intreccia sogni, incubi e apparizioni fantastiche, illuminate solo dal chiarore di una lampada ad acetilene o dalla scia di una stella cadente, come nel suo romanzo La coda della cometa.

L’esposizione al Mart raccoglie un centinaio di dipinti oltre a una selezione di disegni e incisioni, per offrire una visione completa dagli Anni Venti fino ai lavori di metà Anni Settanta, come Composizione con lanterna (1926) e La Libra (1929) cui si aggiungono prestiti della GAM di Torino – quali Autoritratto nello studio (1927) e Inverno (1939-1940) e  da altri importanti musei e collezioni pubbliche, come i Musei Civici Luigi Barni di Vigevano, l’Accademia Albertina di Belle Arti e i Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino.

Da segnalare una sezione particolare, definita cabinet des folies, dedicata all’esplorazione del fantastico, del grottesco e del surreale, con dipinti in cui Cremona si fa sempre più preciso quanto più si addentra nel bizzarro, portando lo spettatore in un mondo al confine tra realtà e immaginazione.

Un’altra sala della mostra focalizza l’attenzione sulle architetture torinesi, ricorrenti nella produzione di Cremona come quinte di un teatro segreto, alludendo a uno spazio nascosto, ulteriore, che invita a riflettere sul mistero e la profondità degli ambienti urbani.

C’è anche uno spazio sulla produzione di nudi, presentata evidenziando il passaggio dall’esercizio accademico tradizionale a una pittura visionaria, dove le figure femminili si trasformano in apparizioni che sfidano la realtà, mescolando il corpo della modella con l’alterità allucinatoria della pittura.

Ma la mostra non è solo un omaggio alla pittura di Cremona e vuole anche ricordarne la figura di intellettuale irregolare, infatti la sua affinità con altre figure eccentriche di Torino come Carlo Mollino e Carol Rama è esplorata attraverso confronti e analogie, mettendo in evidenza la modernità  della sua arte.

L’esposizione al Mart è accompagnata da un catalogo edito da Allemandi, con saggi delle curatrici e un apparato iconografico, basato su una rilettura dei materiali documentari conservati nel Fondo Italo Cremona all’Archivio di Stato di Torino e in archivi privati.