Il Mozart dei canestri, come lo chiamavano tutti, una leggenda nel basket degli anni Ottanta e Novanta…
Drazen Petrovic nacque a Sebenico, in quella che oggi è la Croazia, il 22 ottobre 1964 e passò la sua infanzia all’ombra del fratello maggiore Aleksandar che inizialmente sembrava il vero campione in famiglia e che solo quindicenne era conosciuto in tutto il paese per le sue doti nel basket.
Ma il più giovane dei Petrovic, nato con una malformazione alle anche che gli aveva causato un’andatura irregolare, era ossessionato dal basket e a Sebenico, come fratello minore di Aza, aveva le chiavi della palestra e ogni giorno andava a tirare a canestro prima alle 6 del mattino, e dopo scuola fino a sera, sempre da solo.
Drazen così sviluppò caratteristiche uniche, da individualista puro, che riuscivano comunque a inserirsi all’interno di una squadra, sapeva muoversi come voleva, aveva il controllo della palla, dei meccanismi di tiro rapidi e altamente precisi, anche dalla distanza, e sapeva fornire assist ai compagni, spesso in modo acrobatico e spettacolare.
Inoltre nel suo stile influì molto la scuola croata, che ancora oggi non prevede una vera e propria specializzazione di ruolo, ma insegna a tutti a giocare in ogni posizione.
Petrovic iniziò a ottenere le prime vittorie con la Nazionale jugoslava, dove formò il gruppo più forte e nella storia sportiva del paese, che vinse due Europei, un Mondiale e due medaglie olimpiche, una di argento e una di bronzo.
La Jugoslavia degli anni Ottanta fu la squadra che mise più in difficoltà gli Stati Uniti, e proprio quelle difficoltà contribuirono alla formazione del leggendario Dream Team per le Olimpiadi di Barcellona del 1992.
Nel 1984 Petrovic si trasferì a Zagabria per giocare con il Cibona, dove con Aza formò una delle coppie più forti nella storia del basket locale, con medie di oltre 40 punti a partita e in molti ricordano quando ne segnò 112 all’Olimpija Ljubljana nel campionato jugoslavo.
A Zagabria la squadra vinse tra le altre cose due Coppe Campioni e Drazen divenne famoso in tutto il basket europeo.
Con i quattro milioni di dollari con cui il Real Madrid lo ingaggiò nel 1988 il giovane atleta fu a tutti gli effetti il giocatore più pagato e ammirato in Europa, oltre ad essere il primo a guidare una Porsche in Croazia, all’epoca ancora parte della Jugoslavia.
Ma a Madrid Drazen rimase solo un anno, perché dopo gli Europei vinti in casa nel 1989 decise di affermarsi anche in NBA, imprese mai riuscita a un giocatore europeo, però a Portland non iniziò bene, infatti l’allenatore dell’epoca non lo teneva in considerazione e si trovò peraltro in squadra con cinque giocatori nel suo stesso ruolo, tutti esperti e di altissimo livello, come Danny Ainge e Clyde Drexler.
Nel 1990 Petrovic fu scambiato con i New Jersey Nets, dove diventò uno dei migliori tiratori da tre punti di tutto il campionato e nel primo turno dei playoff del 1993 segnò 40 punti ai Cleveland Cavaliers, stabilendo il record individuale di marcatura ai playoff nella storia dei Nets.
I Nets vennero poi eliminati dal Cleveland in quel turno, e nel giugno 1993 Petrovic tornò in Europa per giocare una partita di qualificazione agli Europei della Croazia contro la Polonia.
Dopo che la Croazia vinse la partita, che si giocò a Breslavia, e la squadra nel pomeriggio del 7 giugno andò a Francoforte per tornare in aereo a Zagabria, ma Petrovic decise di tornare in macchina con la fidanzata e un’amica.
Arrivati nei pressi di Monaco, la fidanzata di Drazen, alla guida di una Golf, non vide un rallentamento che si trovò davanti subito dopo un dosso e, a causa della pioggia, finì addosso a un camion a velocità elevata.
Petrovic dormiva, ma non aveva le cinture allacciate e, dopo il loro arrivo sul luogo dell’accaduto, gli infermieri provarono a rianimarlo ma le ferite erano troppo gravi e non sopravisse.
Alla notizia della morte di Drazen i compagni di squadra, i tifosi e la Croazia rimasero completamente spiazzati.
Dopo le prime stagioni di Petrovic in NBA tanti giocatore europei sono riusciti ad affermarsi nel basket americano, come il croato Toni Kukoc, che divenne uno dei membri dei famosi Chicago Bulls di Michael Jordan, con cui vinse tre titoli, e il tedesco Dirk Nowitzki, che per risultati e è considerato il miglior giocatore europeo nella storia del campionato, infatti giocò a Dallas per ventuno anni, vincendo da protagonista il titolo del 2011.