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Fino al 14 gennaio 2024 è da vedere la nuova mostra del Museo Nazionale della Montagna al Monte dei Cappuccini di Torino, Cervino. La montagna leggendaria, curata da un personaggio d’eccezione come l’alpinista, scrittore e regista Hervé Barmasse. 

Imponente e solitario, dalla forma perfetta di una piramide, dai suoi 4.478 metri di altezza il Cervino svetta sulle Alpi Pennine, al fondo della Valtournenche e, considerato a lungo inespugnabile, con la prima ascensione del 1865 nacque il suo mito, che si diffuse rapidamente in tutto il mondo rendendolo una vetta leggendaria.

Da 160 anni il Cervino attrae scalatori e alpinisti da Paesi vicini e lontani con un innegabile magnetismo, suscitando un misto di rispetto, timore e fascinazione che ne fanno una meta unica e ambita per turisti e alpinisti, inoltre la sua popolarità e la sua storia l’hanno reso simbolo e icona delle montagne più belle, ad esempio lo Shivling è il Cervino dell’India, l’Ama Dablam del Nepal, l’Alpamayo delle Ande, il Masherbrum del Karakorum.

Nato e cresciuto ai piedi della Gran Becca, Hervé Barmasse è discendente di una famiglia di guide alpine da 4 generazioni e, anch’egli Guida alpina, ha realizzato sulla montagna numerosi exploit alpinistici, ha aperto diverse vie nuove ed è l’unico alpinista ad averne percorso le 6 creste in solitaria.

L’occasione di realizzare la mostra è nata dopo la scrittura del libro Cervino. La montagna leggendaria,  lo sguardo dell’alpinista sulla storia della montagna, dalle prime ascensioni fino ai giorni nostri, tramite materiali storici del Centro Documentazione del Museo e di altri archivi, tra i quali Fondazione Sella di Biella, Archiv des Deutschen Alpenvereins di Monaco di Baviera, Archivio della Società Guide Alpine del Cervino, Archivio Ragni della Grignetta di Lecco, oppure provenienti da raccolte personali.

Fotografie, documenti, materiali originali e video narrano le imprese dei protagonisti con una proiezione immersiva di Aurora Meccanica per rivivere il fascino e il mito del Cervino, inoltre il percorso di visita è corredato dalle testimonianze del giornalista e scrittore Enrico Camanni, che ha contribuito allo sviluppo dei contenuti dell’esposizione, di Luciano Bolzoni, architetto, storico dell’architettura e direttore di Alpes e di Michele Freppaz, pedologo e nivologo dell’Università di Torino.