presepe greccio 3

Era il 1223 quando San Francesco d’Assisi scelse il paesino di Greccio, in provincia di Rieti, per rievocare la nascita di Gesù nel primo presepe vivente.

La prima volta che San Francesco arrivo a Greccio fu intorno al 1209, mentre la popolazione era perseguitata da lupi ferocissimi, inoltre spesso campi e vigneti venivano  devastati dalla grandine, ma dopo l’arrivo del santo tutto questo cessò di colpo.

Francesca si costruì una povera capanna tra due carpini sul Monte Lacerone, dove sorse nel 1712 una cappellina commemorativa, e da li si recava, durante la giornata, a predicare alle popolazione. Gli abitanti di Greccio cominciarono ad amare Francesco e giunsero al punto di implorarlo perché non abbandonasse la città, ma questi si rifiutò.

Tra le persone che andavano ad ascoltare il frate  c’era Giovanni Velita, il castellano di Greccio che fu uno dei migliori amici di Francesco e si prodigò per aiutare in ogni modo un uomo che già aveva dimostrato in più di un’occasione di essere davvero unico.

Nell’autunno del 1223 Francesco era a Roma in attesa dell’approvazione della Regola definitiva scritta per i suoi frati, presentata al papa Onorio III e, il 29 novembre, ebbe la gioia di ricevere l’attesa bolla pontificia.

Ma Francesco sentiva l’ avvicinarsi della ricorrenza della nascita di Gesù e così, durante l’udienza pontificia, chiese al Papa la licenza di rappresentare la natività.

Infatti, dopo il viaggio in Palestina, Francesco, rimasto impressionato dalla visita, aveva conservato un forte legame con il Natale e Greccio, come dichiarò lui stesso, gli ricordava molto Betlemme.

Spinto dal desiderio di dover celebrare la Natività nel miglior modo possibile, giunto a Fonte Colombo il santo mandò subito a chiamare Giovanni Velita e gli disse: “Voglio celebrare teco la notte di Natale. Scegli una grotta dove farai costruire una mangiatoia ed ivi condurrai un bove ed un asinello, e cercherai di riprodurre, per quanto è possibile la grotta di Betlemme! Questo è il mio desiderio, perché voglio vedere, almeno una volta, con i miei occhi, la nascita del Divino infante.”

Velita aveva quindici giorni per preparare quello che Francesco desiderava e fece i preparativi con la massima cura ed ” il giorno della letizia si avvicinò e giunse il tempo dell’esultanza!”.

Nella sera del 25 dicembre, Francesco convocò i frati e tutti gli abitanti di Greccio,  che poi su mossero verso il bosco con torce e ceri, verso la grotta dove erano in attesa i figuranti che interpretavano i ruoli della Sacra Famiglia.

Alla fine arrivò anche il santo in persona, che fu molto soddisfatto del lavoro compiuto dal suo amico Velita e, da allora, il presepe vivente divenne uno dei simboli del Natale non solo nel Centro Italia, ma anche in tutto il mondo.