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Uno dei registi simbolo del cinema muto francese…

Abel Gance nacque a Parigi il 25 ottobre 1889 e, dopo aver lavorato come scenografo di Pathé, debuttò  nella regia nel 1915 e fu noto come un autore amante del barocco e del gigantesco, dove la sperimentazione ebbe  caratteristiche estreme, ossessive.

Si ricorda l’uso sistematico degli obiettivi deformanti ne La follia del dottor Tube (1915) girato per la Film d’Art, che fu giudicato così sconcertante da non essere distribuibile nelle sale, mentre Accuso! (, 1919) è un film pacifista, coraggioso nelle tesi esposte.

La ruota (1922), ispirato al romanzo di Pierre Hamp, è la storia di una ragazza amata da padre e figlio, entrambi ferrovieri,  che l’hanno adottata,  con un impianto simbolico e rimandi a elementi figurativi con il cerchio e le ruote che rimandano al destino.

Il suo capolavoro resta è Napoléon visto da Abel Gance (1926-7) una biografia dell’imperatore, dall’adolescenza alla campagna d’Italia del 1796, che  doveva essere solo il primo di sei episodi, ma  Gance riuscì a realizzare solo questo, finanziato da un gruppo di produttori e banchieri che misero insieme 18 milioni di franchi.

Il regista sperimentò il sistema di tre schermi affiancati che allargano la visione: lo usa per le sequenze del dibattito alla convenzione, del Bal des Victimes, e della marcia dell’esercito francese verso l’Italia, oggi questa è l’unica che si può  vedere perché Gance, in un momento di sconforto, distrusse le altre due.

La carriera di Gance non si arrestò con l’arrivo del sonoro e nel 1931 girò la sua prima opera sonora, La fin du monde, un film di fantascienza che non ebbe molto successo su un astronomo, che scopre che una cometa sta per scontrarsi con la Terra.

Nel 1934 Gance realizzò infatti una nuova versione di Napoleone, aggiungendovi i dialoghi e con un nuovo montaggio che comprendeva numerose scene girate per l’occasione, dotando la pellicola di un sistema sonoro stereofonico.

Altra opera importante di questo periodo è Cesare e Lucrezia Borgia (1935) dove il  Borgia è per Gance il contraltare di Napoleone con un’insaziabile brama di potere, ma senza i nobili ideali rivoluzionari che caratterizzavano il generale corso.

Degno di nota è anche Un grande amore di Beethoven (1936) dove Gance affrontò il tema del genio romantico.

Nel 1938 girò una nuova versione di J’accus, distribuita alla vigilia della seconda guerra mondiale.

Gance riprese l’attività dopo un decennio di silenzio, con  La battaglia di Austerlitz (1960) e Cyrano e d’Artagnan (1963) poi diresse due pellicole di tema storico per la televisione francese, Marie Tudor (1966) e Valmy (1967).

Abel Gance morì il 10 novembre 1981 a Parigi, ed è sepolto nel Cimitero d’Auteuil.