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Lo scrittore che trovò in Dio la forza della grazia..

Georges Bernanos nacque  a Parigi il 20 febbraio  1888 e il  padre Émile Bernanos era un tappezziere di  origini spagnole mentre la madre, Hermance Moreau era cresciuta in una famiglia d’origine contadina.

Il giovane Georges passava le vacanze a Fressin, nell’Artois, regione del nord della Francia, che poi fece  da sfondo alla maggior parte dei suoi romanzi e, allo scoppio della grande guerra si arruolò volontario nel 6º Reggimento Dragoni (cavalleria).

Nel 1917 sposò Jehanne Talbert d’Arc, lontana discendente di un fratello di Giovanna d’Arco, da cui ebbe sei figli.

Lo scrittore negli anni Venti lavorò presso una compagnia di assicurazione, ma il buon successo del suo primo romanzo Sotto il sole di Satana (1926) sulla lotta di un sacerdote contro il male, lo spinse a intraprendere la carriera letteraria.

Nel 1936 fu pubblicato Diario di un curato di campagna, insignito del Grand prix dell’Académie Française, da esso è stato tratto il film omonimo di Robert Bresson nel 1950 con Claude Laydu al suo debutto, omaggio a due diverse sensibilità spirituali: quella del curato d’Ars e quella di Santa Teresa del Bambin Gesù, entrambi santificati da papa Pio XI nel 1925.

Alla fine del 1936 lo scrittore si esiliò dalla Francia e visse alle Baleari, dove vide lo scoppio della guerra civile in Spagna e l’insurrezione franchista, condannati nel saggio I grandi cimiteri sotto la luna.

Nel marzo del 1937 lasciò la Spagna per tornare in Francia, dove rimase per breve tempo poiché il 20 luglio 1938, partì per Rio de Janeiro, in Brasile, dove visse fino al 1945 a Barbacena, in una piccola casa ai piedi di una collina chiamata Cruz das almas, cioè Croce delle anime.

Nel 1945, su sollecitazione di Charles de Gaulle che gli propose un posto in parlamento o all’Académie française, lo scrittore tornò in Francia, poi andò a vivere in Tunisia e infine tornò, gravemente malato, a Parigi.

Il suo ultimo grande lavoro fu l’adattamento teatrale del racconto della scrittrice tedesca Gertrud von Le Fort L’ultima al patibolo, la cui vicenda si ispira alla storia vera delle sedici Carmelitane di Compiègne, beatificate da Papa Pio X nel 1906, ghigliottinate sulla piazza del Trono-Rovesciato, oggi Place de la Nation, durante la Rivoluzione francese.

L’opera,  intitolata Dialoghi delle Carmelitane, ispirò l’opera omonima del compositore Francis Poulenc, composta nel 1956.

Il grande scrittore morì a Neuilly-sur-Seine il 5 luglio 1948 ed è sepolto nel cimitero di famiglia di Pellevoisin, nella regione dell’Indre.