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Cento anni fa nasceva il Surrealismo, infatti André Breton  definì  l’essenza del movimento nel suo Manifeste du Surréalisme del 15 ottobre 1924 con la frase  “L’immaginazione non è altro che la rivelazione di ciò che siamo, della nostra propria sostanza, che è sogno, purezza, energia, libertà.” Oggi il Surrealismo viene celebrato alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo, presso Parma, con la grande mostra Il Surrealismo e l’Italia, in programma fino al 15 dicembre.

La mostra, curata da Alice Ensabella, Alessandro Nigro e Stefano Roffi, riunisce 150 opere di artisti iconici come Salvador Dalí, René Magritte, Max Ernst, Joan Miró, Marcel Duchamp, Man Ray, Yves Tanguy e italiani come Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Enrico Baj, Fabrizio Clerici, Leonor Fini, legate al complesso rapporto tra il Surrealismo e la scena culturale italiana dalla fine degli anni Venti alla fine degli anni Sessanta che esplora come il movimento, nato come una delle avanguardie più influenti del XX secolo, si sia evoluto e radicato in Italia, influenzando il panorama artistico nazionale.

Il percorso espositivo è suddiviso in due grandi capitoli tematici, il  primo illustra l’arrivo del Surrealismo in Italia, mediato dalle opere di de Chirico e Savinio di ritorno da Parigi negli anni Trenta, e successivamente rappresentato attraverso i maestri del movimento storico, che vanno dalla pittura al collage, dall’assemblage alla fotografia, dai ready-made agli objets trouvés, con opere di Magritte, Dalí, Man Ray, Ernst, Masson, Miró, Tanguy, Duchamp, Matta, Lam.

Il secondo si concentra sui protagonisti italiani del Surrealismo, mettendo in luce la loro originalità e autonomia rispetto al gruppo francese, con la formazione di un gruppo ispirato alle nuove pratiche artistiche, con artisti come Sergio Dangelo ed Enrico Baj, oltre a un filone fantastico e figurativo, caratterizzato da opere visionarie di Leonor Fini, Fabrizio Clerici, Stanislao Lepri, influenzato dall’opera di de Chirico e Savinio.

Gli artisti italiani sono stati riconosciuti anche a livello internazionale, come dimostrò la loro presenza nel numero monografico della rivista americana View del 1946, intitolato Italian Surrealists.

La mostra ha una particolare attenzione sul contesto della diffusione del Surrealismo in Italia, evidenziando il ruolo di galleristi e collezionisti come Schwarz, Tazzoli, Cardazzo, Del Corso, Jolas, Sargentini, Brin, e figure internazionali come Guggenheim e Passaré, che contribuirono a portare il movimento nella penisola.

Con questa esposizione, la Fondazione Magnani-Rocca invita il pubblico a un viaggio affascinante per riscoprire come il Surrealismo abbia liberato l’inconscio e trasformato la percezione della realtà, offrendo nuove chiavi di lettura per comprendere l’arte e la vita.